“In considerazione del rifinanziamento delle risorse a favore degli enti locali prevediamo di abolire la tassa di soggiorno.” Queste due righe scritte nel capitolo 28 dedicato al turismo del contratto di Governo tra 5 Stelle e Lega hanno riaperto una discussione che sembrava chiusa. L’abolizione dell’imposta di Soggiorno ha fatto sobbalzare sulla sedia più di un sindaco della costa e della Regione e non solo.
D’altra parte si parla di risorse economiche importanti per i comuni. Il gettito prodotto dall’imposta di soggiorno solo per la Riviera (Cattolica-Comacchio) è stimato 24 milioni di euro; da noi solo il comune di Bellaria non l’ha applicata. Risorse che il prossimo anno potrebbero non esserci.
Per il Comune di Rimini, ad esempio, l’imposta di soggiorno produce un gettito di 7 milioni di euro all’anno. Risorse che finanziano eventi e politiche per il turismo, ma anche iniziative di interesse generale per la comunità riminese.
Favorevoli all’abolizione dell’imposta di soggiorno sono le associazioni degli albergatori (e il Comune di Riccione).
Sandro Giorgetti, presidente regionale di Federalberghi, ha ribadito anche in questi giorni che l’abolizione dell’imposta di soggiorno è un’iniziativa corretta. Federalberghi ripropone in sostituzione dell’imposta di soggiorno la compartecipazione per i comuni al gettito dell’Iva. Una proposta ampiamente condivisa. I turisti consumano sul territorio di un comune, aumentano il gettito dell’Iva una parte rimane nelle casse del comune. Idea ampiamente discussa negli anni passati ma mai recepita dai Governi. E nemmeno nel Contratto di Governo si parla di compartecipazione all’Iva, ma genericamente un “rifinanziamento delle risorse a favore degli enti locali”.
L’imposta di soggiorno fu introdotta con due distinti provvedimenti dal Governo presieduto da Silvio Berlusconi:
– Il Decreto Legge 31 maggio 2010 n. 78 che, solo per il comune di Roma, ha stabilito la possibilità di introdurre un contributo di soggiorno a carico di chi alloggia nelle strutture ricettive della capitale
– Il decreto legislativo 14 marzo 2011 n. 23, recante disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale[5], ha conferito ad altri comuni la facoltà di istituire l’imposta di soggiorno.
Il gettito stimato dell’imposta di soggiorno in Italia è di 436 milioni di euro, con in testa Roma con 126 milioni di euro.
Ora, appare abbastanza difficile che comuni come Roma, Venezia, Torino, Milano o Firenze non facciano sentire la propria voce per evitare un grosso buco di bilancio. I Comuni citati sono amministrati da sindaci 5 Stelle, di centro destra e di centro sinistra: un fronte troppo ampio per essere tacitato con generiche dichiarazioni d’intenti.
L’impressione ad oggi è che l’abolizione dell’imposta di soggiorno avrà un percorso lungo e accidentato.