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A Rimini la storia del writing dagli anni ’80 a oggi – FOTO

Un percorso che parte dagli anni Ottanta e arriva ad oggi attraverso l’arte urbana, seguendone la sua evoluzione e le sue diverse espressioni. L’arte di strada entra nel museo con Segnali urbani. Scrittura e arte del 900 nel tessuto urbano riminese, la mostra collettiva allestita negli spazi dell’Ala moderna del Museo della città di Rimini fino al 3 giugno e che nasce con l’obiettivo di raccontare la storia del writing a Rimini, omaggiando in particolare gli autori che per primi, tra gli anni Ottanta e Novanta, hanno aperto la strada.  

In mostra lavori di Eron, Rok, Reoh, Basik, Enko4, TomoZ, Mozoner, Burla22, Jato e Blatta in un percorso espositivo che si sviluppa attraverso tele, disegni, stampe, sculture, installazioni sonore e opere site-specific che in alcuni casi diventano opere interdisciplinari con intrusioni nel mondo della grafica, dell’illustrazione e della customizzazione.  

 

All’interno della collettiva sarà inoltre realizzata una “esposizione nell’esposizione”: una intera parete dedicata ai bozzetti preparatori. E’ stato infatti chiesto a oltre 40 writer di selezionare tre bozzetti, realizzati in anni differenti, che rappresentassero il loro percorso evolutivo. Ne risulta una grandissima e inedita installazione con più di 120 disegni originali che ripercorrono più di 30 anni di writing a Rimini accostando artisti molto iconici a giovani leve e dimostrando ancora una volta la grande potenzialità, continuità e legame che da decenni pone Rimini come una delle città italiane più impegnate in questo campo.   

L’intento espositivo è quello di mettere insieme foto d’epoca dei principali spot urbani e delle azioni “non istituzionali” e le opere che invece sono arrivate nelle gallerie d’arte, reinterpretando gli elementi dell’esperienza di strada e inserendoli in contesti diversi dall’ambiente originario.  Si creano così opere ibride, che parlano di strada, di lettere e di ricerca di stile, ma che utilizzano i codici classici dell’arte contemporanea.    

“L’obiettivo di Segnali Urbani – sottolinea uno dei promotori della mostra, TomoZ – è quello di mostrare la produzione ‘extra muro’ dei writer di Rimini o di quegli autori che a Rimini hanno lavorato, oltre a voler essere un omaggio alla storia dell’arte urbana a Rimini che è stata una città fondamentale per il writing italiano, attraverso una mostra di bozzetti e disegni preoaotir, contattando chi tra gli anni Ottanta ad oggi ha lasciato un segno nella città. Abbiamo cercato anche di mettere in mostra tutte le potenzialità che si sviluppano dal writing: sculture, installazioni, grafica”.

La mostra è completata da due cataloghi separati, uno per le opere in esposizione e uno per la collettiva di bozze preparatorie. Per i testi del catalogo e la consulenza storiografica ci si è avvalsi della collaborazione di Pietro Rivasi, curatore indipendente, esperto di arte urbana, organizzatore di molti progetti espositivi e membro scientifico di URBANER, il primo centro di analisi e documentazione delle culture urbane creato in Italia presso il comune di Modena (urbaner.it) che, “come succede qui a Rimini, affiancano le istituzioni che capiscono il valore di queste esperienze e cercando di capirle, studiarle, storicizzarle”.  

“Questa mostra in particolare – dice Pietro Rivasi – accende i riflettori su artisti che a Rimini hanno avuto base o che hanno vissuto una città che ha una storia legata al writing ricca e importante. Ricordo che alla fine degli anni Ottanta al Barcellona disco fu ospitato un evento che tutti ricordano come la prima occasione che ha dato modo a chi frequentava quell’ambiente di incontrarsi si persona. E’ dove si è assistito per la prima volta alla commistione del writing con la culture club. Da qui si può partire per ricostruire una storia interessante e moto variegata”.  

L’esposizione è inserita all’interno del progetto The right to write, promosso dal Comune di Rimini e finanziato dalla Regione Emilia Romagna, ed è realizzata dalle associazioni di promozione sociale Romagna in Fiore ed Artai, che da anni si occupano della diffusione delle discipline di arte urbana e writing su tutto il territorio romagnolo, in collaborazione con i centri sociali e giovanili del territorio riminese: Grotta Rossa, Casa Pomposa, RM25 e coop Millepiedi.    


“Portare la street art in un museo è una sfida non scontata, che si inserisce nel percorso di candidatura della città a capitale italiana della cultura 2026 – spiega l’assessora alle politiche giovanili Francesca Mattei – anche nella prospettiva di coinvolgere in maniera attiva anche i più giovani, che si possono più facilmemente intercettare attraverso questa forma di espressione che oggi viene valorizzata e che merita di avere spazi”.

Segnali urbani sarà aperta al pubblico venerdì 12 maggio alle ore 18 con un evento inaugurale che vedrà gli interventi degli organizzatori e di Pietro Rivasi. In chiusura la performance sonora di Burla22 + Zona Mc + Alfre’D.    

   

In concomitanza con il finissage della mostra, il 3 giugno alle ore 18, si terrà la presentazione di BOOLIRON, un documentario sulla storia dell’hiphop  nella riviera romagnola con focus sulla scena riminese degli inizi. Saranno presenti il regista Francesco Figliola e qualche ospite del documentario e seguirà una performance sonora.     

  

La mostra sarà aperta fino al 3 giugno negli orari di apertura del Museo, dal martedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19, sabato e domenica dalle 10 alle 19. Ingresso gratuito.

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