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A Rimini apre Ascanio Barbershop: “Da Santo Domingo ho portato qui i miei sogni”

Nato a Caracas, cresciuto tra la Repubblica Dominicana e l’Italia, Ascanio ha finalmente realizzato il suo sogno sin da quando era bambino: realizzare un Barbershop innovativo ed esclusivo. Il suo nuovo negozio ha aperto le porte proprio in questi giorni a Rimini (in via Destra del Porto 23), in un periodo estremamente complicato, data l’emergenza sanitaria che speriamo di poterci lasciare alle spalle il prima possibile, ma lui non ha mai perso l’entusiasmo e la voglia di raggiungere il proprio obiettivo.

“Io sono un po’ sborone e mi piacciono le cose belle” afferma Ascanio confermando di essere entrato pienamente nello spirito romagnolo che lo accoglie ormai da anni.

Come sarà il tuo negozio? «Il mio Barbershop sarà particolare, come se ne vedono pochi in giro, dedicato solo agli uomini per la cura di barba e capelli – racconta Ascanio – . Ogni cliente avrà il proprio posto che non dovrà mai abbandonare dall’inizio del trattamento alla fine e utilizzerò la tecnica del fresco bucato. Realizzerò tagli classici e moderni e riserverò uno spazio anche per i più piccoli con la tradizionale seduta del “cavalluccio”. Alla base del mio lavoro e del posto che ho creato ci sono valori a cui credo molto come il rispetto, la disciplina, l’accoglienza, la pulizia, l’igiene e l’ordine».

Ma partiamo dall’inizio della tua storia, come è nata la passione per questo lavoro? «Oggi ho 33 anni e sono padre di due figli, anche se è già in arrivo il terzo. Sono nato a Caracas il 4 luglio 1986 da genitori dominicani e infatti quando avevo 4 anni ci siamo trasferiti a Santo Domingo. Poco dopo purtroppo mio padre è morto, mia madre è venuta in Italia per lavorare e io sono rimasto con mia nonna e mia sorella, ma diciamo che per molte cose sono cresciuto da solo. Sin da piccolo ho fatto tanti lavori come meccanico, ho lavato scarpe, in una stamperia, ecc. Nonostante questo ho sempre cercato la bellezza e, come quando ci andavo con mio padre, non ho mai smesso di andare dal barbiere mettendo ogni volta da parte un po’ di soldi. Ce n’era uno in particolare che adoravo, per raggiungerlo facevo molta strada a piedi, sotto il sole cocente ed entrare lì dentro per me era come un sogno, anche per via dell’aria condizionata! Il barbiere era tornato dall’estero e lo vedevo come una star: tutto curato, con le scarpe pulite e sgargianti. Mi ricordo ancora il pavimento lucido su cui si riflettevano le luci del soffitto, mentre alle pareti c’erano i poster del mio idolo: Michael Jordan. Arrivavo lì con la mia canottiera e le mie infradito e uscivo come un divo, con il mio taglio stupendo».

Quando hai deciso di venire in Italia? «Sono venuto in Italia nel 2003 ma prima stavo in Toscana. All’inizio non è stato per niente facile, integrarsi era complicato e ho commesso alcuni sbagli, ma tutto quello che fatto mi ha portato qui dove sono ora. Nel 2006 con mia moglie incinta del secondo figlio (lei ha origini dominicane da parte di madre mentre suo padre è romano e anch’esso barbiere) e la nostra prima figlia ho provato la carriera di cantante tornando a Santo Domingo. Le cose non sono andate bene a livello artistico, ma per guadagnare qualcosa avevo aperto un Barber Drink (un barbershop unito all’aperitivo) ed era molto bello: io seguivo la sala e il bar poi affittavo le poltrone ai barbieri della zona. Funzionava talmente bene che in molti se ne sono andati per rubarmi l’idea e aprire da soli, ma uno di questi prima di lasciare il locale mi ha venduto un macchinario che è stata la mia fortuna. Così, dal nulla durante una festa ho iniziato a tagliare i capelli e, dato che in realtà quello strumento era un po’ difettoso, è nato involontariamente anche un metodo tutto mio di fare tagli e realizzare particolari sfumature».

Allora hai capito che avresti continuato per questa strada? «Sì, sono tornato in Italia lavorando in vari negozi e nel tempo sono cresciuto molto tenendo anche corsi in tutta Europa sulle mie tecniche. Arrivato a questo punto sentivo l’esigenza di avere un posto tutto mio ed eccomi qui. Per me fare il barbiere è un’arte e ci metto tutto me stesso. Ringrazio Dio e tutte le persone che mi hanno permesso di realizzare i miei sogni».

Irene Gulminelli

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