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A Montescudo-Monte Colombo trovi le origini con il QrCode

“Il dialetto aguzza l’ingegno. Ti ricorderai per sempre del luogo che stai visitando” A cura di Federica Fanti. Testi a cura di Daniele Bartolucci, Maurizio Casadei, Federica Fanti – Comune di Montescudo – Monte Colombo.

Il comune fuso di Montescudo-Monte Colombo compie cinque anni. Nato nel 2016, si sta avviando ad ultimare il suo primo quinquennio di attività. E la Sindaca Elena Castellari sta preparando la ricandidatura alle elezioni del prossimo ottobre alla guida della sua lista civica.

Dalla unificazione dei due comuni è nato il dodicesimo comune della provincia, su 25, per popolazione (a maggio ha raggiunto i 7.400 abitanti), il secondo comune della vallata del Conca (Morciano di Romagna ha solo poche centinaia di abitanti in più), all’undicesimo posto per grandezza del territorio (poco più di 32 kmq).

Fra i comuni dell’entroterra si sta caratterizzando per le numerose iniziative culturali proposte nel corso dell’anno, che si aggiungono all’attività del Museo della Linea Gotica orientale presso la Chiesa della Pace di Trarivi, al Museo etnografico di Valliano, alla Biblioteca Comunale “Del Monte” a Taverna. Il calendario degli spettacoli proposti dal Teatro Comunale “Rosaspina” di Montescudo e quello del teatro dei “Ragazzi del Lago” a Monte Colombo con i musical. In collaborazione con l’Associazione “Rimini classica” i concerti proposti, in location straordinarie come il Castello di Albereto, sono sempre sold out. Le feste delle due Pro Loco (non ancora unite) sono feste di popolo, dai grandi numeri, che purtroppo per la pandemia di covid-19, anche nel 2021, come nel 2020, non saranno programmate. Tutto rinviato al 2022.

A queste attività l’Amministrazione Comunale affianca la partecipazione a numerosi progetti, con le scuole e le associazioni del territorio. Fra queste, in corso ormai da qualche anno, quella di coordinare le diverse azioni ed iniziative al fine di comunicare e diffondere le memorie del “passaggio del fronte” nella Valle del Conca a chi la visita, la studia, la abita. Con il sito http://www.memorielineagotica.it/ e l’omonimo canale YouTube, dedicato alle memorie dalla linea gotica orientale, si è dato avvio alla pubblicazione del patrimonio di interviste audio/video a testimoni diretti dei fatti svoltisi nel 1944 e in seguito nel dopoguerra. Il progetto aderisce al network europeo APPEACE – War Places/Peace Citizens. Con questo progetto nel 2016 Elisa Gardini e Daniele Susini hanno editato la guida, tirata in migliaia di copie, “#ProMemoria. Lungo la Linea Gotica Orientale” (con traduzione in inglese e tedesco). Il progetto è stato cofinanziato dalla Regione Emilia-Romagna nell’ambito del bando Memoria del Novecento.

Altro progetto, che ha prodotto il libro che segnaliamo oggi, è quello realizzato dal Comune, grazie al contributo economico dell’IBC Emilia-Romagna, nell’ambito del bando in materia di salvaguardia e valorizzazione dei dialetti dell’Emilia-Romagna.

Il volume è il frutto di un lavoro corale, svoltosi nel corso di un paio d’anni fra il 2019 e il 2020, coinvolgendo tutte le associazioni del territorio, la popolazione per individuare 52 luoghi (piazze, immobili storici, luoghi di aggregazione, vie, sentieri) legati a personaggi e a miti del passato. Una ricerca inoltre finalizzata a trovare il nome in dialetto di ognuno di questi luoghi.

A questa prima fase di individuazione, ne è seguita una seconda “fondata sul recupero storiografico di documenti e testi, ma anche di testimonianze dirette di chi abita e/o conosce tali luoghi e frazioni. Allo stesso tempo, anche grazie agli studenti del Corso di Fotografia Digitale, svoltosi nel 2019 preso la Biblioteca Comunale e curato da Reflex Formazione & Informazione di Riccione, sono stati individuati fisicamente e fotografati tutti i luoghi prescelti”.

Tutti questi luoghi saranno segnalati da una piastrella in terracotta, realizzate dal maestro Geo Casadei, uno degli ultimi vasari di Santa Maria del Piano. Ogni piastrella avrà un QrCode che rimanderà alla scheda del luogo e alle pagine web dedicate al progetto. Per alcuni di questi luoghi sono state registrate delle testimonianze a cui si accederà sempre attraverso il QrCode.

La coordinatrice dell’intero progetto, Federica Fanti, scrive nella sua Presentazione: “il volume ha tutti i canoni del saggio di storia e cultura locale, con l’originalità di trattare molte delle ricerche con un linguaggio e un approfondimento volutamente non accademico, ma più vicino alle persone e ai personaggi intervistati, sfruttando quell’alone di mistero, superstizione e fantasia che il gergo dialettale spesso genera in chi lo pronuncia, ma anche in chi lo ascolta, o legge come in questo caso”.

Sottolinea, non a caso, la Sindaca Castellari nella sua Prefazione: “Il dialetto è emozione, prima ancora che linguaggio. Per tutti noi, è la lingua dei nostri nonni e della nostra terra. Il dialetto racconta, però, anche la nostra vita e il legame con il territorio e la sua storia in un’epoca di globalizzazione e multilinguismo in cui siamo continuamente bombardati da neologismi e parole straniere”. E prosegue: “La cultura è condivisione, in questo caso della nostra lingua, delle nostre tradizioni e del nostro passato. Su queste direttrici si sviluppa il progetto ‘Il dialetto aguzza l’ingegno – Ti ricorderai per sempre del luogo che stai visitando’ che abbiamo ideato per partecipare al bando dell’IBC Emilia-Romagna”.

Pensando anche ad un utilizzo ai fini turistici. “Attraverso il dialetto possiamo raccontare la nostra storia, le nostre usanze e anche, perché no, le nostre antiche credenze. Questo ci distingue da qualunque altro luogo e, di fatto, ci rende più interessanti, a patto di renderci conoscibili e riconoscibili”.

Paolo Zaghini

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