Il lungo viaggio di Luciano Capicchioni nella prima squadra del Rimini Basket si conclude qui. Questa, per ora, è l’unica cosa certa. «Ho già fatto anche troppo, ora sto valutando a quale gruppo andrà la barca – dice Capicchioni – La mia traghettata è finita». Si chiude quindi un importante capitolo per il mondo riminese della pallacanestro, il cui futuro, al momento, rimane un’incognita.
Tra coloro che si sono fatti avanti per prendere le redini del team ci sono i ragazzi del Darsena Sunset Bar, Luca Corbelli e un nuovo gruppo. Quest’ultimo ha contattato Capicchioni proprio pochi giorni fa, ma il presidente non appare molto convinto. «Si dicono intenzionati a rilevare la società, ma vorrei saperne di più». Se non dovesse andare in porto la trattativa, il dubbio del numero uno dei Crabs è che abbiano come alternativa quella di «creare una nuova società, dunque una terza a Rimini». Una cosa che, se dovesse concretizzarsi, «sarebbe un’assurdità».
Al centro dell’analisi delle proposte il tema dell’affidabilità. Per il patron la cosa più importante è che i ‘successori’ «diano continuità a quanto realizzato fino a oggi. Sono reduce da un 2007 che andò a finire molto male, quando diedi gratis la squadra al gruppo Public Company Rimini Sport. Non ho intenzione di replicare la stessa esperienza.». Inoltre, spiega, «acquistare i titoli del Rimini è particolare, perché dal 2002 è stato creato un settore giovanile molto forte, di grande valore, il che rende la trattativa più complicata. Si tratta di un valore aggiunto. Un titolo per acquistare una società in serie B, ad esempio, si aggira intorno ai 50mila euro, ma in questo caso sarebbe un discorso diverso, bisogna valutare il capitale di giocatori».
Per quanto riguarda le ultime polemiche con l’amministrazione comunale, Capicchioni non ne vuole più sapere nulla. «No comment. Avevo chiesto più volte un incontro con il sindaco e non sono mai stato ricevuto. Gli volevo semplicemente illustrare quello che stava succedendo, mica chiedere i soldi, tanto lo so che non li danno. Inoltre mi avrebbe fatto piacere invitarlo ad assistere a una partita, si trattava di un momento difficile per la squadra. La sua presenza sarebbe stata importante».