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Rimini, scoperto a filmare coppia in cabina ma per le vittime ben poca solidarietà

Brutta disavventura per una coppia di turisti sulla spiaggia di Marina centro, a Rimini. Ecco il loro dettagliato racconto:

«Scrivo per informarvi di un grave e preoccupante fatto accaduto domenica 10 giugno in un Bagno di Marina Centro».

«Mi chiamo Laura e con Rimini ho un rapporto speciale, 8 anni fa ho conosciuto mio marito all’Università di economia e dopo il percorso di studi insieme abbiamo deciso di creare impresa riuscendo in 5 anni ad aprire tre ristoranti tra Imola e Bologna».

«Ogni volta che possiamo, torniamo nella nostra Rimini, per passare un po’ di tempo con la famiglia di mio marito o semplicemente rilassarci sulla spiaggia.
Domenica ci trovavamo in un bagno di Marina centro con nostro nipote, dove il fratello di mio marito ha l’ombrellone per tutta la stagione.
Verso le 19 decidiamo di noleggiare una cabina con doccia privata per poterci lavare e cambiare prima di cena».

«Mentre io mi stavo facendo la doccia e mio marito si stava cambiando, lui alza lo sguardo e vede una mano che impugna un cellulare intento a filmarci dalla feritoia.
Mio marito esce immediatamente ed inizia a bussare nella cabina a fianco».

«Esce un signore sui 60 anni, riminese, anche lui abitudinario dello stesso bagno.
Inizialmente quest’uomo respinge ogni accusa, sostenendo addirittura di non aver nessun cellulare.
Mio marito entra allora nella cabina e dopo qualche istante trova il cellulare che il signore si era curato di nascondere».

«I poliziotti mi sconsigliano di denunciarlo in quanto questo avrebbe portato solo spese legali da parte mia». Per questo tipo di reato la denuncia parte d’ufficio, senza bisogno di una querela.

«Intanto il bagnino nota la scena, si avvicina ed inizia minimizzare l’accaduto. Io ero shockata e volevo chiamare la polizia, ma tutti i responsabili del bagno continuavano a banalizzare i fatti e a difendere l’uomo, come se lui avesse fatto una sciocchezza e noi stessimo esagerando».

«Io ero molto spaventata e decido comunque di chiamare la polizia. A questo punto il signore ci confessa di aver fatto il video dicendo testuali parole: “ho fatto una cazzata, più che chiedervi scusa non so che altro fare”».

«Io ero agitata e sotto shock, per fortuna un carabiniere fuori servizio e sua moglie mi hanno gentilmente offerto dell’acqua è fatta sedere per farmi calmare.
A questo punto il gestore del bar mi allontana malamente dicendomi: “questa scena è penosa, vi chiedo di andare via dalla mia proprietà”».

«La cosa che più mi ha spaventata e ferita è stato proprio questo atteggiamento di omertà e di voler coprire questo cliente abituale. Il bagnino continuava chiedermi di lasciar perdere, come se tutto potesse risolversi con una pacca sulla spalla. Mi domando, potevo trovarmi nello spogliatoio con mio nipote, questo signore che uso ne avrebbe fatto dei video ripresi?».

«Anche dopo l’arrivo delle forze dell’ordine la situazione non migliora. Il signore dichiara che il video è stato fatto per sbaglio, mentre appoggiava il telefono sulla feritoia….».

«Arrivo a un punto in cui percepisco che dovrei vergognarmi di aver subito questa violazione della mia privacy. Come se avessi creato un caos per nulla.
Qualcuno me lo dice anche in faccia: vergognati di aver chiamato la polizia e di aver fatto queste scenate di fronte a tutti, perché si tratta solo di un video e null’altro».

«Io non ho colpe di quello che è successo, ma comunque non posso fare a meno di sentirmi a disagio nel tornare in quel bagno, in cui i miei cognati hanno noleggiato l’ombrellone per tutta la stagione, come se avessi fatto un torto a qualcuno».

“Io e mio« marito abbiamo comunque deciso di procedere con la denuncia perché speriamo che atti del genere non vengano mai accettati. I fatti sono stati notificati allo studio dell’avvocato Giuseppe Girani di Imola. Poteva esserci chiunque all’interno dello spogliatoio, una madre con un bambino, degli adolescenti, mio nipote, e non ce la facciamo proprio a chiudere la questione con una risata».

«Io volevo solo mettervi al corrente dei fatti e spero che abusi del genere non capitino più a nessuno».

Laura Latella Geremia Cozza

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