Forse ad una svolta l’omicidio di San Giuliano.
Un detenuto del carcere dei Casetti di Rimini sostiene di avere avuto delle “confidenze” da uno dei due albanesi indagati per l’omicidio di Makha Niang, il senegalese 27enne ucciso con due colpi di pistola sul ponte di via Coletti, a Rimini, nella notte tra il 17 e il 18 aprile.
Si tratta di un marocchino che ha chiesto di parlare con il PM che segue le indagini per riferire ciò che aveva ascoltato in carcere.
A parlare con il magrebino, sarebbe stato Genard Dulaj, uno dei due albanesi accusati dell’omicidio, che avrebbe fornito due versioni dei fatti. Una in cui conferma di essere coinvolto nel delitto, l’altra in cui tira in ballo invece anche il connazionale, Atmir Mehmetllanaj.
E’ stato già sentito due volte dalla Polizia e una dal magistrato, e ora quest’ultimo ha disposto un incidente probatorio. Il marocchino, il quale potrebbe pensare di ottenere qualche beneficio raccontando fandonie su un omicidio ancora irrisolto, dovrà ripetere la sua storia davanti agli albanesi. E si prospetta un ‘confronto’ interessante.
Il delitto di San Giuliano è ancora avvolto nel mistero.
Fin dall’inizio non è stato un movente. Per quanto la Squadra mobile abbia cercato, non si è trovato nè un sospetto nè una pista che potesse rimandare all’origine del delitto.
La vittima era un bravo ragazzo che non aveva nemici, niente legami con personaggi legati alla malavita, solo lavoro. Poi c’era stata la svolta. L’inchiesta della Polizia, coordinata dal sostituto procuratore Paolo Gengarelli, si era incrociata, fino a diventare un’unico fascicolo, con quella dei carabinieri che stavano indagando sulla sparatoria di Sant’Ermete. Qualcuno aveva visto un suv fuggire da S’Ermete ed aveva preso il numero di targa. E proprio quella macchina con a bordo due cittadini albanesi, era stata fermata poche ore dopo l’omicidio di Niang. All’interno dell’auto era stata trovata una pistola, la stessa, avevano confermato gli esami balistici, che aveva sparato a Sant’Ermete. E un suv nero era stato visto allontanarsi anche dal luogo del delitto di San Giuliano.