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Microaree nomadi, Gianfreda (Rimini Attiva): “Serve rivoluzione culturale”, Comitato ProRimini: “Modifiche merito dei cittadini”

“La rivoluzione culturale dietro il programma di superamento di via Islanda”. Così il consigliere comunale di Rimini Attiva Kristian Gianfreda, secondo il quale, la chiave di questo cambiamento sta proprio nel contratto tra l’Ente pubblico e le sei famiglie sinti che verranno trasferite da via Islanda alle microaree. “Il programma del Comune di Rimini – dice il consigliere – apre la porta a un’idea rivoluzionaria: guardarsi in faccia e costruire un confronto alla pari, rispettando un corpus di doveri, salvaguardo una serie di diritti, non prevaricando una cultura sull’altra ma dialogando nel quotidiano. Il contratto è la chiave di questa rivoluzione: dall’obbligo di frequenza della scuola, al pagamento di un canone d’affitto, alla pulizia dela microarea, si stabilisce una relazione inedita per queste famiglie, finora ‘invisibili’ e che per certi aspetti esse stesse volevano rimabere ‘invisibili’. Violare le regole porterà a delle conseguenze, questo è il fondamento della convivenza sociale, a cui tutti devono sottostare, senza eccezioni”.  Il consigliere riminese non ha dubbi. E’ questa “l’unica strada perché in futuro si evitini la vergogna delle mille vie islanda d’Italia e d’Europa, basate su pregiudizi bilaterali e visioni politiche facili ma miopi”.

Sulla questione dei campi nomadi in via Islanda interviene anche Loreno Marchei del Comitato ProRimini, che replica alle parole del vicesindaco Lisi e del segretario del PD Vanni Lazzari dopo l’emanazione della Delibera di Giunta n. 148/2018.

In primis, dice Marchei, “la reponsabilità del campo di Via Islanda è ascrivibile esclusivamente a quei soggetti che, anzichè accedere ed usufruire dei notevoli strumenti assistenziali offerti dalla nostra città, hanno invece cresciuto in quel luogo i loro figli, mantenendovi anche congiunti anziani e disabili. Il tutto con il concorso dell’amministrazione che, in trent’anni, nulla ha fatto se non continuare a sostenere spese senza ottenere alcun risultato sotto il profilo della sottrazione degli occupanti dal degrado e dall’emarginazione sociale”. In secondo luogo, inoltre, “la politica locale e l’amministrazione che ne è sua espressione, su questo tema, dovrebbero iniziare a raccontare ai cittadini la verità, invece mascherata dal tono e dal contenuto della delibera di Giunta appena emanata”.

“La verità – continua il Comitato – è che il progetto delle microaree destinate alla comunità sinti, è in auge sin dal 2011, e non dal 2016, con conseguente processione dei vari esponenti del Partito Democratico presso l’Ufficio dell’ex assessore Biagini per chiedere di non collocarle nei loro bacini elettorali. Il criterio adottato per l’individuazione delle aree è stato quello della minor perdita possibile di consensi, con il conseguente tentativo di applicare il principio del divide et impera tra i residenti dei vari quartieri. Questa preoccupazione è stata continuamente confermata dalla cronaca locale sulle discussioni intercorse tra il vicesindaco ed i diversi circoli del PD, e con l’ultima diatriba tra gli esponenti PD di Orsoleto (Corazzi) e Viserba (Morolli). Considerando poi che il Partito Democratico, salvo un isolato caso, si è sempre rifiutato di aderire agli inviti a partecipare agli incontri con la cittadinanza ed affrontare discussioni sui contenuti del progetto e sulle sue criticità normative, sono inaccettabili le liquidatorie dichiarazioni rilasciate dal segretario PD Vanni Lazzari, che oggi ha la pretesa di prendersi persino il merito della riduzione delle famiglie destinate nelle microaree, contraddittoriamente evidenziando “il risultato” del progetto nell’aver collocato quattro famiglie in abitazioni convenzionali. Se il progetto è stato parzialmente rivisto è solo merito dei cittadini che, da due anni, hanno fermamente contestato lo stesso, inutilmente chiedendo di contribuire effettivamente alla sua stesura, come previsto dalla Strategia Nazionale che la Giunta ha recepito in modo erroneo, presbite e parziale”.

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