Quando mi accingo a scrivere un pezzo uso sempre un canovaccio che ho salvato prima di un Rimini Castrocaro della passata stagione in Eccellenza. Dal Castrocaro alla Vis Pesaro: già da qui si comprende bene come le cose siano cambiate, in positivo, nel volgere di poco tempo.
La conquista della serie C ha riacceso i riflettori sulla piazza biancorossa ricevuta e premiata in regione direttamente dal governatore Bonaccini, sono tanti i premi e i riconoscimenti che stanno arrivando in scia alla vittoria di questo campionato.
Con la serie C già in tasca e la consapevolezza di aver concluso comunque la stagione tra le mura amiche domani arriva questo derby con la Vis Pesaro, purtroppo, appannato dalle sanzioni cui i marchigiani dovranno sottostare.
La gara si disputerà sul neutro di Fossombrone e a porte chiuse come conseguenza degli incidenti che si sono verificati allo stadio Benelli dopo la gara interna con il Campobasso. Gara persa dai marchigiani che, in quel momento, vedevano allontanarsi il traguardo visto che il Matelica usciva vittorioso da San Marino e metteva il naso avanti di un punto in vista dello sprint finale.
Il calcio però è meraviglioso anche perché nulla è mai scritto sino all’ultimo minuto dell’ultima giornata e infatti, complice la sconfitta casalinga del Matelica, il Pesaro finisce in testa vincendo l’ultima gara a Castelfidardo, serie C conquistata all’ultimo respiro contro un Matelica che, come l’Imolese nel nostro girone, recita da tempo la parte della favorita che si perde sempre sul più bello.
Cacioli, Buonocunto, Baldazzi e Olcese… questo Pesaro profuma molto di Rimini. Il Rimini che affrontò la serie D subito dopo la mancata iscrizione targata COCIF con Biagio Amati alla guida.
Sembra passato un secolo, invece sono solo 8 anni fa.
Ne sono passati 11 da quel 21 maggio 2007 ,giorno in cui arrivò la notizia della morte di Vincenzo Bellavista. Si susseguono negli anni gli anniversari, resta sempre vivo il ricordo.
Ricordo collettivo, fatto di tante immagini pubbliche legate ai momenti magici intorno al campo e ricordi piccoli,privati e un po’ più personali.
Il mio ricordo di Vincenzo va all’immediato dopo gara di un lunedì freddissimo, non ricordo la data precisa, ma era gennaio perchè la finestra di mercato era aperta.
Rimini- Lumezzane, gara che ci vide sconfitti e lui in sala stampa aveva appena annunciato di aver acquistato i due giocatori che ci avevano steso, Sinigaglia e Zanoletti.
Noi fuori, intorno alle 23 e 30 e in epoca pre social, venivamo raggiunti da voci ma non avevamo certezze. Ad un certo punto, con il grosso delle persone ormai rincasate, sbuca Vincenzo dal cancellone e conferma. Sì, li abbiamo presi, vengono da noi…non si negava il patron quando era in mezzo ai tifosi, rispondeva a tutti.
Peccato che la mattina dopo saltò tutto e i due giocatori non approdarono mai in biancorosso; offerte diverse e trattative nella notte avevano scavalcato la stretta di mano nel dopo gara, un segno già tangibile della deriva presa dal calcio odierno.
La curva per i tifosi viola edificata a sue spese per la sfida con l’allora Florentia Viola, la rinuncia ad un incasso vertiginoso conseguente al voler disputare la gara con la Juventus nell’insufficiente Romeo Neri quando si sarebbe potuta giocare in qualunque stadio capiente, tipo Ancona o Bologna, con la certezza del tutto esaurito e la pazienza con cui accettò il veder distruggere, giorno dopo giorno, il progetto che doveva e voleva dare alla città di Rimini uno stadio degno.
Sono solo alcune cose, extra risultati sportivi, per cui Rimini deve ancora dire grazie a Vincenzo e ricordarlo come merita.
Una città che a fronte del suo voler donare l’evento Juventus rispose staccando 500 abbonamenti, al 90 % donne che pagavano prezzi stracciati, su un totale di poco oltre 5000 mai ritirati perché la Juve era già passata e del resto chissenefrega.
Anche questa è Rimini, città abituata e assuefatta agli eventi, popolata da tanti cittadini che non se ne perdono uno senza però,spesso e ovviamente non sempre, capire il valore e l’importanza di ciò che si accingono a vivere.
Rimini Vs Pesaro, una gara che ritorna e un classico che si rinnova.
A dire il vero questo derby lo soffro molto più di quello con i cugini bianconeri un po’ più a nord. In particolare lo soffro da quel lontano 12 giugno 2010 quando nello spareggio di Arezzo il Rimini manco’ la promozione in C1, bastava un pareggio, subendo la beffa dai pesaresi che vinsero la gara con una rete di Ortoli al minuto 24 della ripresa. Ricordo i festeggiamenti dei 3000 pesaresi presenti, ricordo il campo invaso dagli stessi molto, troppo, tempo prima del lecito e ricordo, indelebilmente, l’aeroplanino della pubblicità passare su e giù con la scritta “Pesaro in C1” sul nostro litorale.
C’è tanta storia dietro la maglia a scacchi, una storia fatta di passione di tifo e di persone, di momenti alti, di momenti bassi e di quelli bassissimi, che accompagnano migliaia di riminesi da oltre 100 anni.
La gara di domani non sarà accessibile ai tifosi, nel caso in cui il Rimini si aggiudicasse i 3 punti bisognerà attendere il risultato di Albissola nella terza giornata mercoledì 23 ed eventualmente si accederebbe alla fase finale che si disputerebbe in campo neutro terminando con l’assegnazione dello scudetto dei dilettanti.
Nel frattempo prosegue la costruzione del Rimini che affronterà, in campo e dietro le scrivanie, la serie C il prossimo anno con il pluripremiato Giorgio Grassi pronto alla sfida del professionismo.
Ci sarà un’estate intera per parlare di questi aspetti, domani sarà ancora il campo a recitare la parte del protagonista.
Calcio d’inizio ore 16. Forza Rimini!
Emanuele Pironi