Puntualmente, con la fine di marzo, l’Unità speciale della Banca d’Italia-Uif conclude il voluminoso “quaderno” coi dati raccolti sulle segnalazioni di operazioni finanziarie sospette di riciclaggio fino al dicembre 2017.
Un 2017 che vede l’Emilia Romagna confermata al quinto posto – dopo Lombardia, Campania, Lazio e Veneto – con 6.338 segnalazioni.
Mediamente, ogni segnalazione che parte contiene 4,6 operazioni sospette.
La provincia di Bologna è in crescita con 1.502 segnalazioni. Seguono Modena (991), Reggio Emilia (830), Parma (804), Rimini (622), Forlì (482), Ravenna (470), Piacenza (382) e Ferrara (255). Nelle nostre province cresce anche il “tasso di rischio” dalla Uif riconosciuto alle segnalazioni pervenute: il 52,5 per cento sono considerate a rischio medio-alto/alto. Rimini al pari di altre province è in calo di segnalazioni rispetto al 2016.
Concretamente di cosa si parla? Di operazioni sospette con bonifici, vendita/acquisto di titoli finanziari, assegni e poi, da ultimo, giro di contante. Il tutto per mettere in circolo fondi neri. E di chi, di quali settori economici? Si comincia col 28 per cento dei casi sospetti provenienti da edilizia e manifatturiero – con movimenti in media di 70.200 euro –, poi ci sono servizi, commercio e intermediari finanziari – qui la media è 324.000 euro – e infine l’agroalimentare. Una mappatura settoriale di fatto sovrapponibile alla stessa che documenta, specie nei nostri territori, i settori “più attivi” nei reati di evasione fiscale, lavoro nero e irregolare, aziende che coprono con subappalti impropri loro pezzi di produzione.
Altro capitolo del report Uif che “colora” alcune nostre province riguarda la conferma della tendenza all’interscambio di bonifici finanziari da e verso i paradisi fiscali. Piacenza e Modena sono le più “rosse” per traffico di bonifici con quei paesi, variabili dal 13 al 18 per cento sul totale dei bonifici con l’estero.