La UIL Provincia di Rimini continua la sua battaglia contro il processo di esternalizzazione dei servizi educativi della prima e seconda infanzia. Alfredo Bianchi, per La Segretaria UILFPL, e Giuseppina Morolli, Segretaria Generale CST UIL fanno sapere, attraverso una nota, di essere arrivati “da soli ad una denuncia per atteggiamento antisindacale davanti al tribunale di Rimini“.
“In tribunale, – spiegano – tra la UIL ed il Comune di Rimini, su sollecitazione del magistrato, le parti, hanno aderito alla proposta conciliativa formulata dal Giudice, ed in particolare si è raggiunto un’intesa su un percorso di confronto per tentare di smussare le grandi diversità sulle scelte strategiche per la scuola ed i servizi educativi per la prima infanzia“.
La UIL ha iniziato questo percorso di scontro pesante col Comune “perché eravamo e siamo convinti che la scelta sia sbagliata politicamente ma soprattutto arrechi un grande danno alle lavoratrici del settore ad iniziare dalle precarie.
Tutto questo avveniva il 20 e 21 Marzo 2017, poi dopo le sollecitazioni che la UIL ha inviato, finalmente il18 Luglio 2017 finalmente le parti si incontravano, poi più nulla.
Qualcuno forse sperava che la UIL si fosse dimenticata: errore la UIL non si dimentica mai dei lavoratori, di tutti i lavoratori“.
“Su nostra sollecitazione era stato fissato un incontro per il 20 marzo 2018, dopo 8 mesi di silenzio finalmente venivamo convocati. Errore, è arrivata una telefonata con la quale l’incontro è stato rinviato”.
La UIL ribadisce che questi tempi e metodi sono inaccettabili. “Le scelte che opera il comune influiscono sia sulle famiglie dei bimbi che frequentano, sia sui lavoratori del settore ed è un chiaro esempio di sottovalutazione delle problematiche l’atteggiamento di continuo rinvio nel tempo”.
“Rimini è l’unico Comune che ha esternalizzato una parte dei servizi scolastici, ma noi siamo attenti e vigileremo per tutelare i cittadini in uno dei settori più qualificanti, disponibili a tornare a citare il comune in tutte le sedi comprese quelle legali avendo un unico obbiettivo: la tutela della lavoratrici di ruolo e precarie e il rispetto della qualità del servizio che è nel nostro territorio molto alto” – concludono Alfredo Bianchi e Giuseppina Morolli.