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Violenza alle donne, il Comune di San Clemente aderisce alla campagna Posto Occupato

Lunedì 26 Marzo il Consiglio comunale di San Clemente ha deciso di aderire  alla campagna POSTOOCCUPATO

“Posto occupato – si legge nella presentazione della campagma – è un gesto concreto dedicato a tutte le donne vittime di violenza. Ciascuna di quelle donne, prima che un marito, un ex, un amante, uno sconosciuto decidesse di porre fine alla sua vita, occupava un posto a teatro, sul tram, a scuola, in metropolitana, nella società. Questo posto vogliamo riservarlo a loro, affinché la quotidianità non lo sommerga”. www.postoccupato.orginfo@postoccupato.org

Questa la dichiarazione della sindaca di San Clemente Mirna Cecchini in consiglio comunale:

“Con piacere abbiamo accolto la proposta fatta dalle consigliere Casamenti e Roselli e subito abbiamo proceduto ad integrare l’Odg del Consiglio Comunale di oggi, lunedì 26 marzo. Quindi a loro va il mio ringraziamento perché stasera, insieme, diamo un bellissimo segnale nel riconoscere come Istituzioni un’azione positiva che reagisce contro la violenza di genere che sfocia sempre più, purtroppo, nel femminicidio”.

“Nella proposta di delibera si legge che dobbiamo riconoscere in un posto istituzionale, pubblico o privato, un posto occupato per ogni donna uccisa… E quel posto ci deve mettere a confronto con l’assenza di quella donna”.

“Perché quella donna non c’è più. Non c’è più per i propri figli; per i propri genitori; per i propri affetti ma, soprattutto, non c’è più per la nostra società; la quale società perde chi, dome donna appunto, giorno dopo giorno contribuisce con pazienza a riempire di forza, di forza di volontà, di sacrificio, di operosità, di preparazione professionale e di positività un tessuto sociale che da sempre, anche se il più delle volte in modo silenzioso e nell’ombra, ha contribuito a creare. Quel tessuto sociale che deve riconoscere alla donna un’appartenenza ad esso di pari dignità all’uomo; quel tessuto sociale che deve riconoscere alla donna, non solo dal punto di vista giuridico ma anche dal punto di vista culturale, il diritto fondamentale ed irrinunciabile alla vita”.

“Quando dico dal punto di vista culturale mi riferisco al fatto, visto che quasi tutte le violenze si consumano in ambito familiare, di non considerare più la donna come oggetto; perché da qui a sentirsi legittimati, da parte di alcuni uomini, a causare violenze fisiche, psicologiche, sessuali fino ad uccidere, il passo è breve”.

“Ecco che a parer mio, oltre a potenziare tutele legali e sociali anche di carattere preventivo, occorre fare un passo in più che è quello culturale. Va rifiutata ogni costruzione sociale di genere nella logica del mantenimento di prestabiliti rapporti gerarchici”.

“Va rifiutato ogni sistema che mantiene in essere relazioni di dominio e potere e mai mettere sullo stesso piano chi agisce con violenza o trae vantaggio dalle discriminazioni, con chi tali violenze o discriminazioni subisce”.

“Fondamentale quindi è intervenire dal punto di vista culturale sulle nuove generazioni; sui bambini e sulle bambine che frequentano le scuole dell’obbligo per iniziare un percorso di educazione sentimentale e civica affinché si possa arrivare al superamento di una società che ha in sé, in forma stratificata, concetti arcaici, patriarcali e maschilisti incapace di concepire la donna come essere autonomo, pensante e libero”.

“Quindi questa sera il nostro Consiglio Comunale vuole lanciare questo messaggio che non è per nulla scontato, né retorico. Lo facciamo come Istituzione e lasciamo fino alla fine di questa legislatura “un posto occupato” tra noi, individuandolo tra i nostri banchi e dandogli riconoscibilità tramite l’esposizione della locandina che rilancia l’adesione al progetto; nonché attraverso l’esposizione di un paio di scarpe rosse che, come tutti voi sapete, sono il simbolo della lotta contro la violenza sulle donne”.

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