Al centro A. Tarkovskij, sabato 24 marzo, 4 ore di confronto su realtà e prospettive di un Italia sempre più multietnica e multiculturale, organizzate dalla Consulta di Rimini e dall’Ufficio Scolastico Provinciale. Tra i relatori lo scrittore Giorgio Paolucci, Abdoulaje Mbodj primo avvocato africano del foro di Milano e Valeria Khadija Collina madre di Youssef, kamikaze morto in un attacco terroristico a Londra.
Il tema di un Paese sempre più complesso, multietnico, multi religioso, attraversa il nostro dibattito pubblico e coinvolge nel profondo ogni settore della società. E con un incontro chiaro fin dalla scelta del suo titolo, “Muri o ponti: l’integrazione come possibilità”, i giovani della Consulta provinciale degli studenti lo hanno voluto proporre confronto e riflessione su una argomento così difficile e attuale, ai loro colleghi riminesi.
A moderare gli interventi e, soprattutto, la parte della mattina destinata alle domande del pubblico lo scrittore e giornalista Giorgio Paolucci, autore di libri quali: “Cento domande sull’islam”, e “I cristiani venuti dall’islam”. E a conferma che il tema sia particolarmente sentito dalla popolazione studentesca ormai da diversi anni, arriva il ricordo dell’incontro organizzato nel 2015 dalla Consulta al Palacongressi di Rimini: “Dalle primavere arabe al califfato dell’Isis. Cosa è andato storto?”. Dibattito a cui parteciparono gli inviati speciali di “La Stampa” Domenico Quirico e di “Tempi”, Raffaele Casadei e sempre di fronte a un platea di 800 ragazzi.
“L’Ufficio Scolastico Provinciale ha accolto volentieri la provocazione culturale degli studenti della Consulta di Rimini, che da tempo volevano mettere a tema l’integrazione e l’accoglienza, pensando ai tanti amici di classe che, di origine straniere, oggi siedono nei banchi di scuola accanto a loro – spiega Franca Berardi responsabile Ufficio Studi-Formazione-Politiche inclusive e giovanili-Esami di Stato per Forlì, Cesena e Rimini – è nato così un vero e proprio evento che ha richiamato in pochi giorni tanti studenti, molti dei quali non hanno potuto trovare ospitalità nell’ampio teatro Tarkovskij. Sarà un confronto serrato anche sui temi della cittadinanza, giacché non si diventa cittadini solo attraverso una legge o un assistenzialismo vuoto e diseducativo, ma vivendo la propria dimensione di cittadinanza attiva sul territorio, chiamando i giovani a riflettere, ad argomentare e a formulare giudizi adeguatamente soppesati”.