Era la vigilia di Natale del 2015 quando una famiglia pakistana residente a Civitanova Marche che viaggiava sull’A 14 si trovava vicino fra i caselli di Rimini Sud e Nord. Una vecchia Fiat Punto a metano, che fu centrata da una Opel Corsa che sopraggiungeva. Morirono una madre e un bambino di dieci mesi, il padre l’altro figlio restarono gravemente feriti.
Al volante della Opel c’era A.B., allora 43enne, imprenditore di Fano. Alle analisi risultò subito positivo alla cocaina e a un altra sostanza. Con le leggi in vigore dal 25 maggio 2016, ciò avrebbe costituito il reato di omicidio stradale, che per un caso come questo prevede pene da 8 a 18 anni carcere.
Ma la leggi penali non sono retroattive, non si possono cioè applicare a fatti avvenuti prima che le norme siano state cambiate. Il fanese non ha quindi mai fatto un giorno di prigione, almeno fino a ora.
Venerdì mattina Bastianoni (difeso dall’avvocato Piero Venturi) è comparso davanti al gup, Sonia Pasini, del tribunale di Rimini, per rispondere di omicidio colposo plurimo. Già con la patente sospesa per tre anni Bastianoni ha patteggiato 3 anni contro i 4 anni e sei mesi chiesti dall’accusa. Ai familiari delle vittime è stato versato un risarcimento da oltre un milione e duecento mila euro.
Entro 15 giorni arriverà l’ordine di carcerazione per il Bastianoni, che da allora ne avrà altri 30 per presentare domanda di affidamento al tribunale di sorveglianza di Bologna. Se sarà accolta, il condannato non sconterà neppure un giorno in carcere. Ma da allora l’uomo, che gestiva diversi locali nel Pesarese, è rimasto senza lavoro.