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Sipuléin e zvulòun: l’eterna guerra finisce in cucina

Quasi ovunque esiste una rivalità fra gli abitanti delle campagne e quelli di città o delle riviere. Questa diatriba, dalle nostri parti, si risolve con due parole: che hanno a che fare con la cucina (ecco perché ci piace parlarne in questa rubrica).

Per gli abitanti del nostro entroterra (Santarcangelo, San Marino e dintorni, colline, più che montagne) i cittadini di Rimini erano spregiativamente chiamati sipuléin (o scipuléin), cioè “seppiolini”.
“Bollati con questa metafora, centrandone argutamente, un po’ per dileggio, un po’ per invidia, il fisico molliccio e pallido delle seppie, però tenace e infido per quelle lingue non meno insidiose dei tentacoli; il temperamento tutto di testa di quegli imbroglioncelli (ovvero faquajoun), lesti a provocare e subito a sfuggire dietro torbide cortine di verbosità frastornante; il modo di vivere complicato, incomprensibile per la lineare solarità dei parrocchiani di campagna. Comunque gustosi, se fatti in graticola o padella… i seppiolini, naturalmente!” : così scrive Sergio Ceccarelli nell’introduzione al libro “I Scipulein” di Enzo Fiorentini, (ed. Il Ponte 1999).

Zvuloun (“cipollone”) è invece il cittadino santarcangiolese per quello di Rimini. Il riferimento diretto è di sicuro alle ottime cipolle che in questo territorio vengono coltivate.

Scrive Gianni Quondamatteo a proposito di questa diatriba fra confinanti in terra di Romagna (dal “Dizionario Romagnolo Ragionato”):
“Tutto sommato, non si sa bene dove sia l’ingiuria; uno spiedino di sipuléin cotti a regola d’arte sulla brace e un padellone di zvulùn al forno sono due delizie che stanno alla pari, e fortunati coloro che ancor oggi sono in grado di godersele”.

Ora che abbiamo fatto la nostra solita digressione sulla romagnolità (o riminesità), allacciamoci la parananza e mettiamo in tavola due ricette in argomento: i seppiolini ripieni e le cipolle gratinate.

SEPPIOLINI RIPIENI

Ingredienti per 4 persone:

  • 1 kg. di seppiolini
  • pomodori pelati
  • 150 gr. pane grattugiato
  • aglio, prezzemolo, olio d’oliva
  • sale, pepe q.b.

Pulire i seppiolini, togliendo la vescichetta con il liquido nero e la pelle ma non la testa, che va tritata e unita ad un composto di pane grattugiato, aglio, prezzemolo tritato, sale e pepe.
Con tale composto riempire i seppiolini e legarli con del filo bianco (da imbastire) o fermarli con uno stuzzicadenti. Farli rosolare nell’olio, prima da una parte e poi dall’altra.
Aggiungere i pelati e far cuocere per almeno mezzora a fuoco lento, coprendoli con il coperchio, facendo attenzione che non si attacchino al fondo. Se necessario aggiungere un po’ d’acqua.
Prima di ultimare la cottura togliere il coperchio e fare asciugare; a cottura ultimata si può aggiungere un goccio d’olio.

CIPOLLE GRATINATE

Pulire dalla pellicola esterna delle belle cipolle di Santarcangelo, tagliarle a metà e coprire la parte tagliata con un impasto di pangrattato condito con olio, sale, prezzemolo tritato e pepe, cercando di far entrare il pane nelle fessure della cipolla.
Appoggiarle su una piastra da forno e bagnarle con un filo di buon olio dextravergine di oliva.
Farle cuocere in forno per 30-40 minuti, aggiungere 5 minuti di funzione “grill”.

Ecco, con una cena fatta di questi ingredienti, pace fatta tra riminesi e santarcangiolesi!

Buon appetito e, alla prossima!

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