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Pd, Vanni Lazzari: “Posizioni surreali, torniamo a discutere: circoli in assemblea permanente”

Alberto Vanni Lazzari, segretario del PD Città di Rimini, replica al segretario provinciale Stefano Giannini e ai consiglieri regionali Nadia Rossi e Giorgio Pruccoli:

Surreali le prese di posizioni del segretario provinciale e dei consiglieri regionali verso un’importante valutazione politica post voto di un’esponente del gruppo dirigente del Partito Democratico, l’assessore regionale e componente della Direzione Nazionale Emma Petitti, che segue quella altrettanto importante del primo cittadino riminese, Andrea Gnassi.

Una levata d’armi tra accuse d’inopportunità e irresponsabilità nel mettere sul piatto della riflessione elementi utili per analizzare la più gravosa sconfitta politica della sinistra della storia repubblicana.

Non solo a Rimini, ovviamente, ma con peculiarità da cui non si potrà prescindere per analizzare il grado di separazione tra azione amministrativa locale e progetto politico complessivo.

Il dibattito sarà approfondito nei luoghi e con i tempi del Partito, come giusto che sia, ma è necessario dare voce e spazio di confronto anche negli spazi dove si forma l’opinione pubblica. E’ sempre stato così. Perlomeno è legittimo farlo con correttezza e spirito costruttivo. Ed è questo il caso.

Abbiamo assistito a sin troppe azioni di rimozione sulle cause delle recenti sconfitte. Non abbiamo perso il 4 Marzo, ma da quando non abbiamo affrontato con lucidità le cause che hanno anticipato l’inevitabile.

Siamo andati avanti di primarie in primarie senza riflettere su noi stessi, cercando colpevoli solo nel nostro recinto, come se la scelta della leadership forte fosse quello di cui avevamo bisogno. Adesso diamoci il tempo per discutere, per ascoltarci a vicenda, per uscire dal “circolo” dell’autoreferenzialità e provare a comprendere quale dovrà essere il nostro compito.

In questo senso a Rimini, come accaduto altre situazioni critiche, renderemo permanente l’assemblea dei “Circoli” del partito perché ognuno della nostra comunità, quella ampia che non si basa solo sulla tessere, sia al centro di questo passaggio cruciale.

Abbiamo bisogno di una discussione vera e larga, su quello che è successo ma anche sul cosa e sul come deve essere il PD del futuro.

Quello che spero, nessuno voglia, e ripartire dall’ennesima conta sui nomi o assistere a conferenze programmatiche svuotate di senso come quella di Napoli.

Il nostro campo comune riparte dagli esclusi, dagli emarginati, dalle sofferenze, da chi avrebbe voluto un centro sinistra più empatico e meno primo della classe.

E’ altrettanto giusto l’appello a lasciare da parte il lancio disassolini nelle scarpe, anche quando i sassolini sono macigni e le scarpe non ci sono più.

Riprendiamo il cammino, insieme, passo dopo passo, con scarpe nuove marchiate semplicemente Partito Democratico, le stesse per tutti.

 

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