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Elezioni e crisi Pd, l’analisi di Andrea Gnassi: “Portare acqua a governo di altri, errore letale”

Il Sindaco di Rimini Andrea Gnassi ha svolto la sua analisi sul voto postando un messaggio nella chat della Direzione provinciale del Partito Democratico. Eccola:

1) Sconfitta nettissima e indiscutibile per il PD e per il centrosinistra

2) Arriva in Italia quel vento che aveva già soffiato nel mondo, in diverse forme: Trump, Brexit, Spagna, LePen, Austria, blocco dell’Est, la stessa ‘non vittoria’ della Merkel in Germania. L’Italia, l’Emilia Romagna,il Riminese, è lì. Un dato di fatto con numeri inequivocabili.

3) C’è dunque sicuramente un tema generale: non tanto i valori della sinistra e del centrosinistra ma la capacità di farli vivere nel cambiamento. Se da subito sapremo fare ciò, stop all’isteria e al ‘non c’è più speranza’ perché i cicli politici oggi sono rapidissimi. Nel 2013, il centrosinistra era dato definitivamente per morto: la non vittoria di Bersani, la non elezione di Prodi col tradimento dei 101. Un anno dopo il PD, alle europee otteneva il 40,8 per cento. Era il cambiamento, l’anti establishment, una visione e una prospettiva per il Paese, non quello che appare ora, vale a dire ‘noi siamo la gestione del potere’. Dunque attenzione a dare giudizi definitivi: viviamo sicuramente un tempo storico in cui se si sono scardinate ideologie e appartenenze politiche, non lo sono i valori che devono essere tradotti in azioni dell’oggi e non del passato.
Dunque le possibilità di risalita sono possibili e rapide, a patto che non ci sia la paralisi di un’autocritica infinita. Invece che affrettare le cose o al fare finta che nulla sia successo, serve far stare insieme velocità e profondità. Velocità perché sia chiaro che tempo da perdere non ne abbiamo più. Profondità perché non servono scorciatoie.

4) In questo senso dico molto chiaramente che sarebbe un errore altrettanto letale per il PD nazionale ‘portare l’acqua’ a un governo di altri blocchi che non sia quello del centrosinistra. Blocchi peraltro che devono dimostrare di potere fare stare in piedi tutte le promesse annunciate. Scusate la battuta, ma abbiamo già dato nel nome della cosiddetta ‘responsabilità’, da Monti in poi, ricevendo in cambio irresponsabilità, speculazione politica e la considerazione che fosse più una ‘responsabilità poltronale’ che nazionale (quando l’80 per cento ti vuole al’opposizione, come verrebbe interpretata anche stavolta la ‘responsabilità’?). Si può, si deve ripartire da una opposizione degna, appassionata, rigorosa per l’Italia.

5) Spero che oggi a tutti i livelli prevalga il senso di responsabilità e il mettere avanti l’interesse dei valori che rappresentiamo piuttosto che le questioni personali o le logiche di corrente. A livello nazionale, l’ultimo anno è stato trascorso da tanti nell’esercizio di togliersi i sassolini dalle scarpe. Adesso di sassi non ne abbiamo più e restano scarpe malandate. Ripeto, non abbiamo più tempo. Non lo abbiamo a Roma, e non lo abbiamo a Bologna e sulla provincia di Rimini, visto che tra 12 mesi le urne si apriranno per il rinnovo della Regione e di 17 Comuni su 25. E non è una semplice questione di assetti di potere o di incarichi amministrativi: il senso è quello di un progetto riformista di cui ha bisogno disperatamente il nostro Paese e di cui ha la necessità di completamento un territorio come il nostro.

6) Le amministrative saranno un’altra partita. Come sempre. Non è un luogo comune ma il successo non è scritto nelle tavole sacre. In Italia c’è una architrave di buone amministrazioni, di ogni colore, ma in buona parte del PD e del centrosinistra. Dovremo ripartire da qui, dai fatti, le cose realizzate, dal coraggio del dare risposta a temi nuovi e dal fatto che anche i nostri sindaci nella provincia di Rimini non sono potere e salotto, ma cuore e strada. Ripartiamo da qui, senza scimmiottare il peggiore leghismo o il grillismo. Il passato, anche recente, sostiene questo ragionamento: quando abbiamo potuto contare sui nostri progetti e sulla nostra visione di città abbiamo ottenuto la fiducia dei cittadini. Penso a Rimini, e lo penso proprio nella logica ribaltata di chi adesso esulta e si prepara al 2021: quando la sfida è diventata ‘nostre facce-nostri programmi’, questi signori hanno subito una sonora sconfitta, attestando il loro grado di credibilità politica sul territorio. A Rimini, in provincia di Rimini, se la competizione è tra persone e programmi, e non tra fantasmi e ologrammi di partito dietro cui si nasconde la propria inconsistenza, allora la musica cambia. Eccome se cambia. Quando si tratta di amministrative, di metterci la faccia, noi sindaci del PD siamo i modi spicci, le idee e la capacità di amministrare. Noi la felpa la indossiamo davvero, per stare nelle città e tra le persone, mica come Salvini! Per questo oggi paradossalmente esprimo fiducia nel futuro: io dico che tra un anno abbiamo la possibilità di riconfermarci in Regione e di essere credibili e vincere in ognuno dei 17 Comuni che andranno al voto in provincia di Rimini. Si può superare la delusione di oggi ripartendo da chi siamo e cosa vogliamo per i nostri paesi e le nostre città. Con idee, con coraggio e con il cuore. E il cuore forse è mancato in queste elezioni politiche. E interpretando il cambiamento, senza guardare in faccia a nessuno, non limitarci al solo gestire per paura delle scelte forti.

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