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4 marzo, Gnassi: “Guardiamo i fatti, Arlotti e Pizzolante sempre presenti”

“Questo non è un appello al voto. E’ tradizione del venerdì precedente le elezioni una quantità industriale di dichiarazioni, promesse, appelli ai cittadini, che intasano web e media”.  Così il sindaco di Rimini Andrea Gnassi, che a ridosso del 4 marzo propone una riflessione politica su quanto fatto per il territorio dai candidati riminesi in corsa per le elezioni politiche 2018.

«A chi andrà il mio voto domenica è noto. Ma non è questo il tema. – dice il primo cittadino – Nella società italiana e quindi anche tra i riminesi, esistono insieme sfiducia, disorientamento, speranza. Tra miracoli, promesse da salvatori della patria, insulti, cosa e come scegliere? Con quale criterio votare a Rimini chi mandare a Roma?».

«Alla fine credo ne conti uno. Uno che conta più degli altri: scegliere guardando ai fatti. Non vivo sulla luna, so bene che il Partito democratico ha avuto e ha limiti e fatto errori. Che le polemiche hanno troppo spesso prevalso su programmi e cose buone fatte. Ma non per questo si deve smettere di guardare ai fatti. Soprattutto ai fatti che contano per Rimini. E i fatti di chi a Roma ha lavorato in questi anni per Rimini sono chiari e netti».

«Se sul territorio riminese sono arrivati 18 milioni di euro sul bando periferie per riqualificare l’area da Torre Pedrera a Rivabella; o 12 milioni per il Museo internazionale Fellini; o 16,7 milioni sulla sicurezza idraulica, sistema fognario; o 23,5 milioni per la Statale 16 (da Rimini sud fino a Cattolica), 32 milioni per SS 16, rotonde, sottopassi, ponti strade da Santa Giustina, Torre Pedrera a Miramare; o la firma del Patto della Sicurezza con il Ministro Minniti; o il nuovo collegamento ferroviario dell’alta velocità Rimini – Milano in 108 minuti e Rimini – Bologna in 44».

Tutto questo, sottolinea il sindaco, «lo si deve anche al lavoro portato avanti da Tiziano Arlotti e Sergio Pizzolante, a Roma per Rimini».

«Non do nessun giudizio ideologico e non mi trincero nella difesa partitica: ognuno domenica scelga come vuole e certamente lo farà a prescindere da quello che scrivo o dico io. – prosegue Gnassi – Ma dico che per me, come amministratore pubblico che deve realizzare e portare a casa progetti per i cittadini riminesi, Arlotti e Pizzolante ci sono stati».

«L’onorevole Sarti, e aggiungo purtroppo, per i progetti per Rimini, mai. L’unica volta che abbiamo registrato negli ultimi tre anni la sua presenza in chiave locale è quando ha definito Miramare un Bronx. Niente di non già visto o sentito, ma evidentemente l’interesse partitico pro 5 stelle era l’unica cosa che per lei contava, a dispetto del fare per il territorio di Rimini. Ma non solo del territorio. Guardo ai fatti anche sul tema dei diritti. Se a Rimini 42 coppie nel 2017 hanno avuto finalmente dei diritti per assistersi all’ospedale nel bisogno, per amarsi nella vita di tutti i giorni è per la legge sulle unioni civili. E questa non la si deve certo all’estremismo di Salvini che ha votato contro o alla Sarti e ai 5 stelle che si sono astenuti. Sul testamento biologico, idem come sopra. Sono fatti che cambiano e migliorano le vite delle persone.

«Sono questioni che io incrocio tutti i giorni come sindaco perché sono questioni che riguardano la vita delle persone e non l’interesse microscopico di un partito. L’ideologia è un arnese ormai inutile, ma il guardare alle cose fatte no. L’Italia non è il Paese dei balocchi. Ma se 4 anni fa non abbiamo fatto la fine della Grecia, ciò è avvenuto per fatti precisi. Un po’ come a Rimini. Facile oggi sparare sul PD o su Renzi, come dicevo certamente che hanno avuto limiti e fatto errori. Troppo facile essere eletti a Rimini, salire in prima classe per Roma, intascare l’indennità parlamentare senza rendere conto a nessuno, farsi i fatti propri, fregarsene dei progetti per il territorio e delle persone che lo abitano – conclude il sindaco – Nelle prossime ore, più di ogni altra volta, serve il giudicare i fatti».

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