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Operazione Rimini-Lecce, narcotrafficanti presi con erba per 2 milioni

Trovare il deposito della “merce”, sorprendere i trafficanti proprio al momento dello scambio:è la cosa più difficile per gli investigatori ed è quanto è riuscito ai Carabinieri del Nucleo investigativo di Rimini, in collaborazione con i colleghi di Lecce.

Tutto inizia il 14 febbraio scorso, quando al casello dell’A 14 di Rimini Sud viene bloccato un albanese  che si portava in macchina 65 kg di marijuana già divisa in 52 confezioni. Il corriere si era anche complimentato con i Carabinieri per aver scoperto la droga occultata nella sua Renault Scenic.

Da allora erano iniziate le attività investigative, seguendo una pista tracciata da celle tefoniche telecamere stradali che portava dritto in Puglia e per la precisione a Torre Chianca in provincia di Lecce.

La zona, turistica d’estate e quasi abbandonata per il resto dell’anno, è una di quelle preferita dai trafficanti provenienti dall’Albania, che lasciano i loro carichi sulla spiaggia dopo averli sbarcati da gommoni; il viaggio dall’altra costa dura infatti appena meno di mezz’ora.

I militari si Rimini si sono portati quindi nel Salento, ove, grazie anche all’ausilio fornito dai militari del Comando Provinciale Carabinieri di Lecce, la zona veniva messa sotto osservazione. Veniva così notato un individuo che entrava in un’abitazione apparentemente non abitata; dopo qualche minuto l’individuo usciva di casa, chiudeva la porta d’ingresso a chiave e si recava verso una Mazda 5 parcheggiata nel cortile.

I carabinieri a quel punto sono intervenuti, identificando l’uomo come L.S., brindisino di di 43 anni. nella, di proprietà della zia del fermato, c’erano 47 confezioni in cellophane trasparente contenenti marijuana per un peso complessivo di 76 kg circa, vario materiale per il confezionamento dello stupefacente, una bilancia pesa bambini con capacità fino a 20 Kg e svariati telefoni cellulari.

Dagli accertamenti catastali risultava che il brindisino possedeva  un’abitazione nella stessa via, a poco meno di 50 metri, ereditata dalla madre. Qui c’erano ulteriori 76 confezioni in cellophane trasparente di diverse dimensioni, contenenti anch’esse marijuana per un peso complessivo di 121 kg circa. E nella Mazda erano sistemate ancora 50 confezioni di “erba” per  53 kg circa.

Ma la macchina non era dell’italiano, anche se ne aveva le chiavi, bensì risultava intestata  a un cittadino albanese. L’auto del brindisino era invece una Nissan Note, avvistata a circa 500 metri di distanza, in una strada adiacente al litorale, con accanto due persone. Fermate, venivano identificate in U.R., classe ’82 e P.O., classe ’89, entrambi di origine albanese, domiciliati rispettivamente in San Gimignano (SI) e Rimini, tutti con precedenti penali, i quali erano in possesso delle chiavi dell’autovettura, che risultava essere proprio quella intestata al primo soggetto.

Tale circostanza, unitamente alle conversazioni telefoniche riscontrate sulle rubriche dei cellulari, confermavano i numerosi contatti reciproci anche via WhatsApp. Una verta trattativa per un grosso quantitativo di stupefacente in parte destinato anche alle piazze di spaccio riminesi; uno dei due fermati risulta domiciliato a Miramare. In una successiva perquisizione domiciliare effettuata a casa del brindisino saltava fuori anche un bilancino di precisione.

Lo stupefacente, del peso complessivo di 250 kg circa (valore sul mercato, circa 2 milioni di euro), il denaro rinvenuto nella disponibilità degli arrestati, pari a 1.000,00 euro circa, le due autovetture ed il materiale utilizzato per la pesatura ed il confezionamento dello stupefacente venivano posti sotto sequestro, mentre i tre uomini sono finiti in manette.

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