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Montescudo-Monte Colombo: revocata l’area protetta del Rio Calamino?

Un comunicato di Simone Tordi e Andrea Antico della Lista “Forum Civico”:

L’Amministrazione di Montescudo-Monte Colombo si dimostra poco sensibile ai temi fondamentali del rispetto dell’ambiente e della valorizzazione turistica.

Durante la seduta consiliare del 27 Novembre scorso, con estrema incredulità abbiamo ascoltato il Sindaco affermare, in primo luogo, di avere deliberatamente perso un finanziamento per il restauro dell’antico lavatoio di Monte Colombo, per il non avere presentato domanda nonostante le nostre segnalazioni. In secondo luogo, di voler sostenere le istanze di revoca dell’area di riequilibrio ecologico del Rio Calamino, una delle sole due aree protette di tale tipologia presente in Provincia di Rimini, istituita nel 2011. Testualmente, Elena Castellari ha dichiarato: “Noi Amministratori abbiamo ricevuto numerose telefonate da parte di agricoltori e cittadini residenti in prossimità del parco, i quali hanno manifestato l’intenzione di procedere a raccolta firme per richiedere la revoca della condizione di area protetta, in quanto sede di assembramenti di cinghiali, che arrecano danni alle colture e sono alquanto pericolosi per la pubblica incolumità”. In prossimità dell’A.R.E. abitano pochissime persone, e la maggior parte della sua superficie è ricoperta da bosco, e non coltivata. Sarebbe quindi interessante sapere dal Sindaco cosa intende per aree coltivate e per concetto di prossimità, e soprattutto chi sono questi cittadini che promuovono petizioni. Forse appassionati di sport venatorio, più che agricoltori?

Il territorio comunale ha superficie di circa 32 km quadrati, ed è circondato da Comuni anche più vasti con ampie superfici destinate ad agricoltura. E’ interessante prendere atto quindi che, secondo il Sindaco, la proliferazione di cinghiali dipende invece dall’esistenza di un’area protetta della superficie di soli 15,5 ettari. Come direbbe Totò, ma mi faccia il piacere!!

Elena Castellari ha dimostrato la non volontà di sfruttare le potenzialità del territorio in chiave turistica, la non conoscenza di come sono istituite e gestite le aree protette e, temiamo,  anche la sudditanza a ristrette minoranze che tentano di fare “la voce grossa”. Abbiamo segnalato alla Regione l’increscioso episodio. Il servizio aree protette regionale ha inviato al Sindaco in data 17 Gennaio una dura nota, in cui ricorda, senza tema di smentita, quali sono le prerogative del Comune in materia di aree protette, e quali sono le esigenze collettive in tema di ambiente e tutela del territorio. La lettera della Regione si conclude con un’affermazione che, circa i propositi ventilati dal Sindaco in merito allo status dell’A.R.E. del Rio Calamino, non lascia adito a dubbi: “non si è a conoscenza di mutate condizioni generali dell’area tali da rendere la conservazione di questo istituto di tutela inutile o dannoso”. Un episodio davvero imbarazzante, l’ennesimo di una lunga serie. Purtroppo non sarà l’ultimo. Quotidianamente pervengono lamentele da parte della popolazione e dell’associazionismo locale, in merito alla  mancanza di imparzialità, trasparenza, e capacità gestionale dell’attuale giunta”.

Simone Tordi, Andrea Antico

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