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L’utopia della cagnetta spaziale Layka riscoperta da Stefano Pivato

Capita, a volte, che mentre lavori ad un libro ti imbatti in una traccia secondaria che diventa poi un nuovo percorso di lavoro. Così è successo a Stefano Pivato: in occasione delle ricerche per il suo ultimo libro “I comunisti sulla luna. L’ultimo mito della rivoluzione russa” (Il Mulino, 2017) (scritto con il figlio Marco) si è imbattuto in un libro straordinario scritto da Teresa Noce (1900-1980), tra le fondatrici del Partito Comunista d’Italia nel 1921, moglie di Luigi Longo storico leader del PCI da cui divorzierà negli anni ‘50, dedicata a Layka, la cagnetta russa lanciata nello spazio con lo Sputnik 2 il 4 novembre 1957.

E’ un libro per ragazzi, “Le avventure di Layka cagnetta spaziale”, edito dall’editore Gastaldi nel 1960, vincitore del Concorso Nazionale Gastaldi. Pivato lo ripresenta oggi, per i tipi dell’editore romano Red Star Press, perché sostiene che “il suo racconto rimane una delle storie più belle sul primo essere lanciato nello spazio e sulla costruzione dell’utopia socialista”. Il pianeta Gora, su cui sbarca Layka, è un mondo dove non esistono né padroni, né servitori, né ricchi, né poveri, dove le guerre sono sconosciute e dove tutti gli esseri viventi sono uguali.

Ma oltre alla riscoperta di questo testo, Pivato incontra in questa ricerca “Poutiche” (a cui il libro è dedicato) che altro non è che il figlio di Teresa e Luigi: Giuseppe. Giuseppe Longo è un astrofisico, formatosi negli anni ’50 all’Università di fisica di Mosca. Sarà lui, a cavallo fra gli anni ’50 e gli anni ’60, ad informare il corrispondente de L’Unità da Mosca, Augusto Pancaldi, per nulla esperto di nozioni spaziali, sulle imprese degli Sputnik, di Layka, di Gagarin. Longo insegnerà poi fisica all’Università di Bologna dal 1964 al 2002. I suoi interessi scientifici, inizialmente rivolti alla fisica nucleare, si sono poi orientati verso l’astrofisica. L’Unione Astrofisica Internazionale ha dato il suo nome all’asteroide 5948 Longo (1996). La Federazione Russa di Cosmonautica gli ha conferito il diploma e la medaglia “Volo di Yu. Gagarin” (2013).

Scrive Longo nella Postfazione al libro: “La società descritta da Teresa Noce ha ben poco in comune con quelle dei paesi del ‘socialismo reale’. Forse è quello il motivo principale per cui gli editori moscoviti, pur avendo ricevuto pareri positivi dai loro recensori, rifiutano la pubblicazione del racconto di Layka”.

“Al futuro è rivolto il pensiero di Teresa Noce. Ai grandi e piccini del pianeta Terra, Layka porta un messaggio di speranza e impegno civile: una società in cui ognuno possa ricevere ‘secondo i suoi bisogni’ è possibile”.

Paolo Zaghini

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