Domani, nella Villa Mussolini, a Riccione, sarà presentato il volume “I vicini scomodi” di Roberto Matatia. L’incontro è fissato per le ore 15.30 ed organizzato dal Rotaract di Forlì nell’ambito della “Settimana della memoria”.
Per la prima volta un ebreo parlerà di Shoah, di antisemitismo e di neofascismo dentro la villa del duce, villa confinante con la villa di Nissim e della sua famiglia.
Nissim Matatia è un giovane, intraprendente ebreo greco nativo di Corfù. Ai primi del Novecento lascia il suo Paese alla volta dell’Italia, insieme col fratello Leone.
Si stabilisce a Forlì dove apre una pellicceria che, in pochi anni, diviene un negozio apprezzato e ben frequentato.
Nissim è sposato con Matilde Hakim, correligionaria originaria di Smirne; dal matrimonio sono nati tre figli: Beniamino, detto Nino, nel 1924; Camelia, nel 1926, e Roberto, nel 1929. La famiglia trascorre estati spensierate a Riccione, dove Nissim ha acquistato, nel 1930, una graziosa villetta in mattoni rossi, in fondo a Viale Ceccarini, con un bel giardino che giunge quasi fino alla spiaggia. Tutto sembra andare per il meglio: l’attività prospera, diversi gerarchi fascisti sono legati ai Matatia da rapporti commerciali e di consuetudine, le loro mogli frequentano il negozio, il giro delle amicizie è costituito da persone importanti.
Nel frattempo la casa posta proprio di fronte all’abitazione dei Matatia, già chiamata Villa Margherita, diviene di proprietà nientemeno che di Benito Mussolini. Nel periodo delle vacanze c’è tutto un andirivieni di personaggi illustri in visita, esponenti del regime, operatori dell’Istituto Luce… Villa Mussolini è motivo di orgoglio in più per il nostro Nissim al quale quasi non sembra vero di essere al centro del mondo che conta, in quegli anni Trenta.
Ma l’aria sta cambiando. Siamo nell’estate 1938 e qualcuno tra gli amici ben informati comincia a mettere in guardia i Matatia. Per voi Ebrei si preparano tempi difficili. State attenti: vendete tutto, realizzate al meglio ed andatevene…