Esattamente un anno fa il nucleo di Polizia tributaria della Gdf di Bologna, coordinato dalla Procura della Repubblica con il Pm Michele Martorelli, eseguiva perquisizioni nei confronti di dieci persone, ex soci e amministratori del gruppo Mercatone Uno, indagate per bancarotta fraudolenta patrimoniale per distrazione.
L’accusa era di aver ‘spogliato’, attraverso sofisticate manovre finanziarie e societarie, la struttura commerciale per oltre 300 milioni di euro.
Tra gli indagati i soci storici, cioè Romano Cenni (morto a marzo) e Luigi Valentini.
Ora è stato notificato l’avviso di fine indagine da parte della Procura. Una notifica che normalmente precede la richiesta di rinvio a giudizio.
L’inchiesta era partita proprio dai commissari che stavano e stanno cercando di salvare il gruppo. Secondo la procura della Repubblica era stato attivato un complesso meccanismo dal 2005 al 2013, attraverso una complessa riorganizzazione societaria che per l’accusa ha determinato la spoliazione del patrimonio immobiliare e un consistente flusso di denaro dal gruppo ai soci storici.
In particolare per i Pm è nel 2012 che viene svuotato il patrimonio, quando il fondo viene smontato e il patrimonio distratto dalla Mercatone Uno viene collocato in una società creata ad hoc, la milanese Cve srl riconducibile sempre a Cenni e Valentini. Dal 2006, gli indagati avrebbero inoltre indebitamente incassato dalla Mercatone i canoni rialzati delle sedi del gruppo per 18 milioni l’anno, assicurandosi introiti per oltre 100.
Tra le richieste di rinvio a giudizio le figlie di Cenni, Elisabetta, Susanna e Micaela, Luigi Valentini ed il figlio Gianluca, l’ex amministratore Giovanni Beccari e l’ex consigliere Ilario Ghiselli. Stralciate le posizioni della moglie di Cenni e la figlia di Valentini Cristina.
La difesa degli indagati ritiene che non vi siano stati comportamenti illeciti negli anni passati.
