Alcune persone hanno un’immaginazione davvero sorprendente, nell’accezione negativa del termine. E’ il caso di due proprietari di un appartamento a Rimini, andati a processo per calunnia nei confronti della propria inquilina. I due, pur di cacciarla di casa, hanno infatti messo in scena un piano davvero diabolico, a causa del quale la vittima ha rischiato di finire nei seri guai.
L’idea dei due proprietari sorge dopo che si rivolgono a un agente immobiliare, il quale gli avvisa che vendere un appartamento con dentro un affittuario fa scendere l’immobile di valore. Preoccupati, – dato che il loro appartamento è occupato da una persona – inseriscono nel contratto una clausola particolare: l’inquilina è una transessuale e in caso avesse spacci droga o si prostituisca all’interno dell’appartamento avrebbero avuto il diritto di cacciarla via.
Non solo. I due furbetti trovano una complice, alla quale chiedono il favore di fingersi interessata ad acquistare l’immobile e di nascondere della droga nel bagno, in modo tale che vi fossero le premesse per poter sfrattare la transessuale di casa. Lei da l’ok.
I proprietari e l'”aspirante acquirente”, insieme all’agente immobiliare (all’oscuro di tutto), entrano nell’appartamento, e materializzano il loro piano: l’inquilino nasconde nel bagno 150 grammi di hashish e un po’ di eroina. Poi escono, e l’uomo chiama i Carabinieri avvisandoli che nell’appartamento vivono due brasiliani che spacciano.
Una volta usciti, la transessuale, che aveva avvertito delle stranezze nei loro comportamenti, controlla il bagno. Ed ecco che dietro al bidet ci sono 150 di hashish e un po’ di eroina. Presa dal panico, getta tutto dalla finestra. Poi, ragionando a mente più lucida, corre a riprende le sostanze stupefacenti e si rivolge a un avvocato. Il legale ascolta qesta storia dai tratti davvero particolari e insieme alla cliente va a porgere denuncia alla polizia.
Nel corso delle indagini il racconto dell’inquilina prende forza e i due furbetti finiscono processo: la proprietaria viene condannata a un anno e sei mesi con rito abbreviato, per l’uomo, invece, si è aperta l’istruttoria dibattimentale.