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Rimini, cinema Settebello: lunedì una delle pellicole più leggendarie della storia, “L’Atalante”

Il regista francese Jean Vigo morì a soli 29 anni nel 1934. Nella sua folgorante vita realizzò meno di tre ore di cinema, ma sufficienti a farlo entrare nell’Olimpo dei migliori registi di sempre per la loro straordinaria modernità, tematica ed estetica. Tutti i film di Vigo sono stati appena restaurati dalla Gaumont e grazie alla collaborazione con la Cineteca di Bologna verrà proiettato lunedì 15 gennaio alle ore 21.30 al Cinema Settebello di Rimini (via Roma 70) L’Atalante (1934, Francia), il film più rappresentativo di Vigo, l’opera conclusiva interpretata spesso come un film-testamento. Eppure, tutta la produzione di Vigo vive di una tensione primaverile e aurorale e il suo ultimo film rimane ancora oggi un’opera sfuggente, sintesi imperfetta di tensioni storiche, estetiche e figurative che in parte si rifanno alla cinematografia francese degli anni Venti e Trenta, ma in parte anticipano la germinazione delle nouvelles vagues internazionali a venire.

Ad aprire la serata alle ore 21.00 l’esibizione live di Houdini Righini e Federico Mecozzi in un inedito set per voce e violino, un pugno di cover saccheggiate a sentimento dall’immenso repertorio di torch song del ventesimo secolo.

Info biglietto: 5 euro.

L’Atalante è il film simbolo della cinefilia: quel tuffo nel fiume e il sorriso della sposa in bianco che appare sott’acqua, visti e rivisti grazie ad Enrico Ghezzi e alla leggendaria sigla di “Fuori Orario”, sono l’immagine stessa della passione per il cinema.

Riportare L’Atalante in sala, in versione restaurata e per la prima volta nella sua “veste originaria” dopo un attento e lungo lavoro di ricerca sui diversi materiali (e sulle differenti versioni) esistenti, è quindi un’occasione d’oro per scoprire che film straordinario c’è intorno a quel tuffo: un inno poetico alla giovinezza eterna dell’amore che si gioca attorno ai tre protagonisti: il marinaio (l’indimenticabile Père Jules di Michel Simon), il capitano (interpretato da Jean Dasté) e la novella sposa (Dita Parlo, immortalata da L’Atalante, prima di La grande illusion di Jean Renoir). L’Atalante deve però la sua intramontabile magia anche ad altri “personaggi”: il paesaggio francese, il fiume, la chiatta, il viaggio, la fisarmonica e il grammofono, il desiderio e l’illusione, la Parigi immaginata e quella reale, la gelosia, l’amore perduto e ritrovato. E perché no? Anche i gatti dello svalvolato Père Jules.

Restaurato in 4K nel 2017 da Gaumont in collaborazione con Cinémathèque française e The Film Foundation con il supporto di CNC – Centre national du cinéma et de l’image animée presso i laboratori L’Immagine Ritrovata e L’Image Retrouvée a partire da nitrati originali di prima generazione provenienti da BFI – National Archive, Cineteca Italiana e Cinémathèque française.

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