Un Natale nell’ansia per una parte del mondo della scuola. Con la sentenza depositata il 20 dicembre, l’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato ha decretato che migliaia, di assunzioni a tempo indeterminato di maestre diplomate prima del 2001/2002 non sono valide: il titolo di studio magistrale non è abilitante tout court per l’insegnamento.
Una sentenza che ha mandato in tilt, assieme a tutti gli altri, gli insegnanti emiliano-romagnoli.
In Regione in questa situazione ora sospesa si stimano cinquemila maestri. L’intricata vicenda riguarda i diplomati magistrali che hanno conseguito il titolo prima del 2001-2002, inseriti a colpi di sentenze dei giudici amministrativi e del lavoro nelle graduatorie ad esaurimento per diventare di ruolo alla primaria e alla materna. Tra questi, tanti precari storici ma anche persone che hanno rispolverato il vecchio diploma tenuto nel cassetto in assenza di altre prospettive di lavoro.
Ora il consiglio di Stato dice che non dovevano essere ammessi in queste graduatorie.
Tutto da rifare, dunque. Ad esultare sono i laureandi di Scienze della formazione primaria che avevano dato battaglia in questi mesi: «Per fare i maestri occorre la laurea».
I sindacati chiedono un intervento politico per sanare la situazione. Quel che è certo, aggiunge Monica Barbolini, della Cisl scuola Emilia Romagna, è che «è un gran pasticcio». L’ennesimo nel mondo della scuola.