Da qualche giorno a Riccione (come in tutte le città) si sono accesi gli addobbi di Natale: i tradizionali alberi, le luminarie in viale Ceccarini, la Saviolina in porto, le luci di Paese eccetera. Come succede in questa occasione, arrivano puntuali anche le discussioni, le polemiche e le critiche. Gli argomenti sono sostanzialmente due : gli addobbi sono belli o brutti? E quanto si è speso?
Quello che quest’anno a Riccione ha fatto più discutere è stato l’albero di Natale a firma di Aldo Drudi. Quando si tratta di alberi di Natale diversi nella forma e nei materiali da quelli naturali, tutti sono autorizzati a dire la propria. Ci sta.
Anche se ogni giudizio rischia di essere affrettato: non abbiamo capito se i veli, scomparsi, verranno rimontati oppure rimarrà “stilizzato”. Da quanto dichiarato, è in corso un adeguamento tecnico e delle luci.
Su quanto si è speso, invece, la polemica politica è diventata vivace. Ha iniziato Patto Civico: 500 mila euro per le iniziative di Natale e Capodanno sono troppi. Anche il Movimento 5 Stelle ritiene che si stiano spendendo troppi soldi.
Alle critiche risponde Andrea Bedina, consigliere comunale di maggioranza (Lega Nord). Stupefacenti le sue argomentazioni: “Non si sono spesi soldi dei cittadini riccionesi ma presi dalla tassa di soggiorno” e quindi dai turisti.
Detta in questo modo, parrebbe che a Riccione le critiche si possono fare solo sulla parte di bilancio che riguarda le entrate provenienti dai cittadini riccionesi. Altrimenti zitti. Il consigliere della Lega dovrebbe allora anche fornire una tabella dettagliata delle voci di bilancio criticabili. Come è noto non c’è solo la tassa di soggiorno, ma anche l’Imu sulle seconde case dei non riccionesi, i fondi europei e quelli statali.
Ma soprattutto, appare sorprendente il cambio di opinione e di passo sull’imposta di soggiorno da parte del centro destra riccionese. Dal sindaco Renata Tosi del “Toglierò l’imposta di soggiorno” (campagna elettorale 2014) a quelli della Lega da sempre contrari del balzello e oggi a Riccione grandi sostenitori. Non solo l’imposta di soggiorno non viene tolta, ma anche aumentata, stando a quanto annunciato in vista della formazione del nuovo bilancio.
Nulla di scandaloso nel cambiare opinione. Sarebbe però corretto talvolta ammetterlo e spiegarne i motivi. Certo, talvolta ne può uscire un discorso imbarazzante e nel caso di Renata Tosi anche molto lungo: troppe le vicende amministrative sui cui ha cambiato opinione.
L’Arciunés