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Rimini, Prefettura: “Questo non è amore”. Convegno e sensibilizzazione contro la violenza alle donne

E’ dedicato al fenomeno della violenza di genere, il convegno, fortemente voluto dal Prefetto di Rimini, dr.ssa Gabriella TRAMONTI,  “però no, chiamarlo amore non si può“, che si è tenuto a Rimini, nella mattinata di oggi, al fine di illustrare e approfondire, in chiave multidisciplinare, i profili umani e tecnici connessi con il fenomeno della violenza di genere.

Nella cornice dell’Aula Magna delle Campus di Rimini – Alma Mater Studiorum Università di Bologna sono stati infatti numerosi i relatori che, sulle note di “Le fate” e “le ragazze” di Edoardo Bennato, con le loro esperienze e con la propria professionalità, hanno fornito il proprio contributo per far conoscere sotto vari profili quell’odioso fenomeno e per fornire gli strumenti necessari per arginarlo, aiutando le vittime a “superare” quanto subito.

I lavori del convegno – dopo il saluto introduttivo del Prefetto di Rimini, Gabriella Tramonti alle Autorità e agli ospiti e dopo la proiezione di un toccante video realizzato sull’argomento dalla Questura di Rimini  – sono iniziati con il Dr. Ercolani, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Rimini, che ha affrontato il tema della “violenza di genere: tecniche investigative”. La parola, seguendo un ideale filo logico, è passata poi a Maurizio Improta, Questore della provincia di Rimini che ha analizzato gli “strumenti operativi per la difesa della donna: l’ammonimento repressione e prevenzione”.

Paola Gualano, della locale associazione Rompi il silenzio, ha affrontato la delicata questione concernente “L’accoglienza delle donne vittime di violenza: dall’ascolto al sostegno”

Mentre con l’intervento di Vincenzo Vannoni, presidente dell’associazione Direuomo, è stato approfondito il tema “Uomini maltrattanti: c’è speranza dopo?”. Al medico dell’AUSL RIMINI il compito di approfondire l‘argomento: “I riflessi psicologici nelle vittime di violenza domestica”.

La dr.ssa Capaldo, Vice Questore aggiunto, ha illustrato il Progetto “questo non è amore e il  Protocollo E.V.A”, anche con la propria diretta e personale esperienza personale,  ha fornito la testimonianza del ruolo di prima linea che la Polizia di Stato ha da sempre assunto in merito al fenomeno della violenza sulle donne.

Alessia Natale Mariani, ispettore della Guardia di Finanza, ha presentato invece lo short movie “Vergogna”, vincitore della menzione speciale alla 47.a Mostra Internazionale del nuovo cinema di Pesaro e della 46° edizione “Premio Personalità Europea” 2016.

Sempre sulle problematiche di sensibilizzazione al fenomeno della violenza di genere, prosegue l’impegno della Polizia di Stato. Dopo l’appuntamento in piazza Cavour, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne e della Camminata cittadina, nella mattinata di ieri, il gazebo informativo della Polizia di Stato ha fatto tappa a San Giovanni in Marignano.

Da sempre la Polizia di Stato è impegnata nel contrasto e nella prevenzione di inammissibili aggressioni fisiche, morali, psicologiche, economiche, sessuali e persecutorie che invalidano l’esistenza delle vittime, aggravandone la percezione personale per la difficoltà di riconoscersi tali, anche a causa della tendenza psicologica di rimanere ancorate al mito dell’amore eterno, che ostacola la sovrapposizione della figura dell’offensore al proprio partner.

La Polizia di Stato ha deciso di compiere un ulteriore passo di avvicinamento nei confronti delle vittime di questi reati: l’avviato progetto “…Questo non è amore” ha infatti come finalità la creazione di un contatto diretto tra le donne ed un’equipe di operatori specializzati pronti a raccogliere le testimonianze dirette di chi, spesso, ha paura di denunciare o di varcare la soglia di un ufficio di polizia.

Per fornire un rigoroso impulso all’azione di prevenzione del reato de quo, favorendo una migliore conoscenza di un fenomeno dal numero oscuro e delle sue trasformazioni, la Questura di Rimini, stimolata dal Ministero dell’Interno, sta realizzando una campagna di informazione e sensibilizzazione presso i luoghi simbolo della città – parco Fellini, piazza Tre Martiri, Arco d’Augusto, Piazza Ganganelli di Santarcangelo in occasione della festa del S. Patrono -, con il prezioso contributo del personale dell’Assessorato Pari Opportunità del Comune di Rimini e dei locali centri antiviolenza.

L’iniziativa si sviluppa con il supporto di un gazebo della Polizia di Stato e prevede il contatto diretto sia con le potenziali vittime, alle quali verrà offerto il sostegno dell’èquipe istituzionale multidisciplinare composta da personale della Divisione Polizia Anticrimine, Squadra mobile e del Medico della Polizia di Stato, sia con la generalità della cittadinanza per discutere delle caratteristiche e peculiarità del fenomeno, anche con l’ausilio di filmati e distribuzione propagandistica di brochure predisposte per l’occasione della Polizia di Stato.

Finora sono state migliaia le persone che hanno chiesto informazioni e hanno ritirato gli opuscoli e i pieghevoli predisposti dalla Polizia di Stato: l’attività ha soprattutto consentito di acquisire alcuni preziosi elementi informativi che hanno consentito di istruire procedimenti per i provvedimenti di ammonimento e di raccogliere ulteriori segnalazioni ritenute meritevoli di approfondimento da parte degli specialisti della Divisione Anticrimine della Questura di Rimini.

Come ha ricordato il Capo della Polizia, Prefetto Gabrielli: “Questa iniziativa e’ un momento di riflessione perché riteniamo che il tema della violenza di genere sia un tema culturale. Un tema sul quale gli uomini, e per certi aspetti anche le donne, debbano fare un salto culturale. Le donne perchè devono riuscire a far emergere la condizione di sofferenza e di violenza, e in questo e’ fondamentale il ruolo delle istituzioni e delle forze di polizia. Per questo rivendico orgogliosamente l’attenzione della polizia di Stato attraverso i suoi uffici e attraverso le sue donne, che hanno una sensibilità ed empatia fondamentale“. Cosi’ il capo della Polizia, Franco Gabrielli, in occasione della giornata contro la violenza sulle donne. Gabrielli ha poi insistito sull’importanza di far emergere gli episodi di violenza, “le donne hanno paura di denunciare perché temono di essere ulteriormente vittimizzate, di passare da vittime a motivo della violenza – ha spiegato – hanno paura delle ritorsioni e di perdere i figli e talvolta preferiscono tacere, fino al punto estremo di perdere la vita. Noi ci siamo, ci siamo con le nostre donne, con i nostri operatori e i nostri psicologi“. “Sotto il profilo dei dati, a livello nazionale, a fronte di una diminuzione degli omicidi volontari negli ultimi 10 anni, quelli delle donne rimangono sostanzialmente invariati (le vittime erano 150 nel 2007 e 149 nel 2016) passando dal 24% rispetto al totale nel 2007 alla percentuale ben piu’ grave del 37% nel 2016. Secondo quanto emerge, il 73% dei femminicidi avviene tra le mura domestiche e nel 56% dei casi il carnefice e’ il partner o l’ex partner. Non tutti gli omicidi di donne in ambito familiare o affettivo sono, però, da considerare femminicidi, nel senso di uccisioni di donne in ragione del proprio genere. Degli 84 omicidi di donne nei primi nove mesi del 2017 (erano stati 109 nello stesso periodo del 2016), 61 si sono verificati in ambito familiare, ma sono 31 i casi in cui si puo’ propriamente parlare di femminicidio. Passando ai reati spia, che rappresentano degli indici importanti di un rapporto uomo-donna malato e che puo’ degenerare, questi sono i dati operativi in possesso delle forze di polizia: atti persecutori (di cui oltre il 72% in danno delle donne), 8.480 nel periodo gennaio/settembre 2017, a fronte di 10.067 nello stesso periodo del 2016 (-15,76 %); maltrattamenti in famiglia (di cui circa il 79% in danno delle donne), 9.818 nel periodo gennaio/settembre 2017, a fronte di 10.876 nello stesso periodo del 2016 (-9,73 %); violenze sessuali (di cui oltre il 90% in danno delle donne), 3.059 nel periodo gennaio/settembre 2017, a fronte di 3.095 nello stesso periodo del 2106 (-1,16 %)”.

Dall’inizio del 2016 anno sono state complessivamente 72 le istanze di ammonimento raccolte dal personale della Divisione Anticrimine della Questura di Rimini e 23 gli ammonimenti irrogati.

Il progetto della Polizia di Stato proseguirà anche durante le prossime settimane con ulteriori iniziative organizzate dalla Questura di Rimini anche in provincia per raggiungere la donna nei luoghi dove è più facile incontrarle: oltre agli appuntamenti in Piazza Cavour, la Questura di Rimini ha programmato ulteriori iniziative di sensibilizzazione per le giornate di sabato 16 dicembre in Piazza Tre Martiri a Rimini, per il 5 gennaio 2018 quando il gazebo sarà allestito presso il Mercato rionale di Riccione e per martedì 23 gennaio 2018 a Misano Adriatico.

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