Tre condanne, emesse dalla Corte d’Assise di Rimini per l’omicidio di Petrit Nikolli, 40enne elettricista di origine albanese, avvenuto la notte del 25 maggio del 2016 perché aveva ospitato a Rimini la nipote ventenne fuggita dalla Lombardia e dal marito che la trattava come una schiava.
L’uomo era stato ucciso in mezzo alla strada sul lungomare Toscanelli a Rivabella.
Poche ore dopo erano stati arrestati tre albanesi, un padre e i suoi due figli: Lek Preci e i figli Edmon e Altin. Il movente del delitto è stata una vendetta familiare perché Nikolli era andato in soccorso della nipote che aveva chiesto allo zio di andarla a prendere nel milanese perché maltratta dal marito.
Edmond Leci, con il padre Lek e il fratello maggiore Altin, era partito dalla Lombardia per vendicarsi. Dopo l’omicidio i tre erano tornati a Gorgonzola (Milano), dove la squadra mobile li aveva arrestati. A confessare l’omicidio fu però solo il padre Lek.
I giurati popolari hanno condannato a 25 anni di carcere, con l’esclusione della premeditazione, il marito Edmond Leci, metalmeccanico albanese di 25 anni, e suo padre Lek Leci, 48 anni. A 23 anni è stato invece condannato il fratello Altin Leci. Alle cinque parti civili costituite in giudizio, 300 mila euro di provvisionale.
Per i tre albanesi, la scorsa udienza il pubblico ministero Paola Bonetti aveva chiesto l’ergastolo.