Cerca
Home > Cultura e Spettacoli > Dare a Cesare quel che è di Cesare: così è risorto il Cinema Fulgor

Dare a Cesare quel che è di Cesare: così è risorto il Cinema Fulgor

E’ comparso recentemente sulla stampa locale un lungo articolo relativo al completamento dei lavori, ormai verso la fase di inaugurazione di Palazzo Valloni: il Cinema Fulgor.

Si tratto dello splendido edificio che tutti conosciamo, che diventerà un centro di riferimento della città dedicato a Federico Fellini attraverso il recupero di quel locale, il Fulgor appunto, che il maestro del cinema ha consacrato nel mito.

L’architetto Annio Maria Matteini intervistato da Vera Bessone sul Corriere di Romagna fa l’excursus storico di questa bella realizzazione per la nostra città, ormai giunta al completamento.

Bello l’articolo e ampio lo spazio che vi è dedicato, belle le fotografie e comprensibile la soddisfazione e l’orgoglio di Annio Matteini che per tanta parte ha partecipato alla realizzazione dell’opera.

Ma in questa ricostruzione della storia del Fulgor, a chi ha pure vissuto da vicino la progettazione dell’opera e il suo percorso amministrativo, non tutto appare tratteggiato con precisione.

Questo percorso difficile e complesso, appare nell’articolo molto contratto e carente di alcune parti.
E’ per questo motivo che desidero completare il percorso ricordato.

E’ sicuramente vero che il progetto e il bando per la ristrutturazione di Palazzo Valloni furono opera della Giunta del sindaco Giuseppe Chicchi, con Vice-Sindaco Fabio Zavatta, a cui sicuramente non voglio togliere i meriti e l’idea della ristrutturazione. Ed è anche vero che l’incarico della realizzazione di questo fu affidato all’architetto Matteini.

Ma Palazzo Valloni,secondo quel progetto, sarebbe dovuto andare alla Sede Universitaria di Rimini-Bologna, per una Facoltà di Cinematografia e a disposizione delle attività culturali in questo settore della città di Rimini, sicuramente anche in memoria del Maestro; con un costo di circa 300.000 euro all’anno in bilancio per la parte corrente del Comune di Rimini, in favore dell’Istituto Valloni.

Ma durante gli anni del mio periodo sindacale, l’Università rinunciò al progetto della Facoltà cinematografica (ritirando le risorse necessarie a realizzare l’opera) e il progetto in quanto tale si rivelò incompleto, in quanto la struttura edilizia fu bocciata da un Ministero competente, non approvando la ristrutturazione di un piano dell’edificio, giudicata di troppo.

Fu mia e dell’assessore Pivato e della Giunta che presiedevo, l’idea di riconvertire Palazzo Valloni nella Casa del Cinema dedicata a Federico Fellini (ospitando anche la Cineteca Comunale). Erano del resto vive in quel periodo le polemiche per l’assenza nella città di un luogo e una sede per conservare i ricordi del Maestro, di un punto di riferimento certo che parlasse di Fellini ai riminesi, ai turisti e ai tanti affezionati al suo ricordo.

Iniziò un periodo non facile, con un nuovo percorso amministrativo per adeguare la progettazione (bocciata come dicevo da un Ministero); nuova progettazione che fu guidata sempre da Matteini, con esito finale positivo.
E poi ci fu la ricerca delle risorse necessarie per poter realizzare l’opera. Queste furono con varie modalità trovate e riversate nelle casse dell’Istituto Valloni: circa 4 milioni di euro, in modo che l’Istituto stesso non si impoverisse rispetto alle sue attività istituzionali, di assistenza agli anziani e alle scuole della città.

Ricordo che il percorso amministrativo per collegare il vecchio progetto al nuovo non fu per nulla facile, con il rischio concreto di dover ricominciare tutto da capo; se fosse intervenuto un annullamento degli atti sarebbe occorso un nuovo bando per la riprogettazione, con verosimilmente nuovi vincitori, nuove modalità e ovviamente tempi molto più lunghi , con tutte le incertezze che oggi tutti i bandi pubblici corrono per la farraginosità legislativa.

Trovammo invece la modalità di legare il vecchio al nuovo progetto, senza interruzione di quanto già deliberato e stabilito dalle amministrazioni.
Fu poi di Stefano Pivato l’idea di affidare allo scenografo Dante Ferretti, già collaboratore di Fellini e vincitore di premi Oscar, l’ideazione del concept per gli interni e degli arredi di Palazzo Valloni; idea che dopo breve discussione incontrò il parere favorevole mio e della Giunta.

Non vanno poi dimenticati gli atti, che hanno poi trovato approvazione, elaborati dai dirigenti del Comune, dal Consiglio Comunale di allora e non ultimo dal consiglio di amministrazione del Valloni; istituto che sempre hanno mostrato grande collaborazione, essendo l’edificio di sua proprietà.

In particolare, mi permetto infine di sottolineare la procedura amministrativa messa in essere dai dirigenti comunali, Laura Chiodarelli e in particolare Federico Placucci, che permise di collocare le spese annuali a carico del Comune in parte straordinaria piuttosto che in parte corrente. E per chi capisce di bilanci comunali, togliere la cifra di 300.000 euro dalla parte corrente non pare certo cosa di poco conto.

Non vorrei infine venisse dimenticato di sottolineare il contributo molto positivo data dall’attuale Sindaco Andrea Gnassi e dalla sua Giunta, che ha concretamente più da vicino seguito la realizzazione dell’opera creando, a quanto mi è dato conoscere, una collaborazione con le ditte prestigiose che hanno ricostruito anche gli stucchi e gli arredi del Teatro Galli.

Un lungo percorso amministrativo quindi, per il quale le diverse amministrazioni che si sono susseguite hanno tutte portato un valente contributo alla realizzazione dell’opera che a breve sarà inaugurata e che costituirà nella nostra città un punto di riferimento fondamentale per il ricordo, la memoria e la presenza di Federico Fellini nella sua città.

Alberto Ravaioli

Ultimi Articoli

Scroll Up