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Club Nautico Rimini nella bufera, la fronda: “Bilancio gravemente in perdita”

Pietro Baronio, Roberto Maria Brioli, Pierpaolo Franchini e Luigi Lazzari Agli, i consiglieri del Club Nautico di Rimini che l’ormai ex presidente Gianfranco Santolini nel dimettersi dalla carica ha additato come «sostenitori dell’autoproclamato comitato “Il Club ai Soci», rispondono immediatamente:

«Prendiamo atto  delle dichiarazioni con cui Gianfranco Santolini inaugura la “campagna elettorale”; preme evidenziare che la storia del Club nel Club e di inesistenti conflitti di interesse, sono le favole con cui tenta di liquidare il sistematico annientamento di ogni principio democratico all’interno del Sodalizio e la scusa con cui tenta di distogliere l’attenzione da una gestione sportiva ed economica condotta unicamente “a colpi di maggioranza” che ha portato, come unico deludente risultato – oltre ad una inevitabile conflittualità tra i soci – ad un bilancio d’esercizio gravemente in perdita».

«La Stella d’Oro al Merito Sportivo  è un riconoscimento che il Coni ha conferito “alle benemerenze acquisite dal Sodalizio in tanti anni di attività” e non certo alla “gestione Santolini”, che verrà ricordata, a memoria, soltanto come la più breve nella quasi centenaria storia del CNR.
I consiglieri ricordano infine che, nella seduta di mercoledì sera, si è dimesso l’intero Consiglio Direttivo “il quale, prendendo atto dell’impossibilità di proseguire nel mandato, ne ha votato lo scioglimento “all’unanimità”».

A loro volta, “Il Club ai Soci” ha diffuso questo comunicato:

«Con una inesattezza, una “appropriazione indebita” e due barzellette Gianfranco Santolini ha annunciato le proprie dimissioni al Club Nautico Rimini. E’ quanto si legge nel comunicato che lo stesso Santolini ha inviato ai media».

«L’inesattezza. A dare le dimissioni sono stati non solo i cinque di maggioranza (Santolini, Andrea Musone, Marco Valcamonici, Fabio Po e Sanzio Sammarini) ma anche i quattro consiglieri di minoranza (Luigi Lazzari Agli, Paolo Franchini, Roberto Brioli, Pietro Baronio)».

«L’”appropriazione indebita”. Presidente da appena un anno si attribuisce straordinari successi internazionali sulla vela compresa la Stella d’oro al merito sportivo assegnata dal CONI. Un riconoscimento che si riferisce a molti anni di attività e che andrebbe quindi intestato più all’ex presidente Pietro Palloni che al suo “fresco” successore».

«Prima “barzelletta”. Secondo Santolini è illegale che un gruppo di soci cerchi di diventare maggioranza tanto che questi saranno denunciati alla Federazione Italiana Vela. In realtà, come in tutti gli organismi, al CNR c’è una minoranza che democraticamente e alla luce del sole punta a diventare maggioranza. E’ proibito? E da chi? L’accenno al “conflitto perdurante” fatto dal presidente è terreno minato per lui: da un anno a questa parte non ha accolto una sola delle istanze, proposte o suggerimenti presentati da Lazzari, Franchini, Brioli e Baronio andando avanti a 5 contro 4 in ogni occasione fino a dover dare le dimissioni. Chi è causa del suo mal pianga se stesso, dice un antico proverbio».

«Seconda “barzelletta”. I soci di opposizione hanno chiesto invano, negando ogni principio di trasparenza, di conoscere la quota versata dai soci titolari dei posti barca lungo il canale. Un normale controllo per vedere se tutti pagano o c’è qualche amico privilegiato. Tra i richiedenti figura anche Gianni Sorci (ma lui, Santolini, il nome non lo fa) che è direttore di Marina di Rimini. E ciò secondo Santolini potrebbe avere questo obbiettivo: ”creare vantaggio ad un altro sodalizio con diversi obiettivi e interessi” rispetto al Club Nautico. Appunto, un barzelletta.

«Parlando di cose più serie, con la recente auto-assemblea e le successive dimissioni, Santolini ha scoperchiato il fiasco della sua presidenza dopo appena un anno. Di fronte ai risultati elettorali – ottenne il quinto consigliere su nove solo grazie alla anzianità di iscrizione essendo arrivati a pari merito ben tre candidati – non solo non ha riconosciuto che esattamente la metà dei soci gli aveva votato contro ma è andato avanti alla sua maniera, con arroganza, da padrone delle ferriere e con risultati disastrosi. Un bilancio con oltre 80 mila euro di perdita (infatti si è dimesso prima che l’assemblea lo voti), la realizzazione di una palestra – peraltro deserta – che è costata 226 mila euro invece degli 80/120 prospettati alla assemblea, una gestione padronale dei soci onorari (impossibile leggere le motivazioni delle nomine) che pur non pagando le quote possono votare, la delicata questione che riguarda il regime fiscale con cui viene gestito il club e che ha portato alle dimissioni uno dei sindaci revisori ( questi aveva consigliato di interpellare l’Agenzia delle entrate). Ma il massimo nel suo contestato anno di presidenza Santolini l’ha raggiunto ignorando completamente la decisione dei Probiviri favorevoli al principio sulla trasparenza. Cioè l’invito a praticare anche al Club Nautico una legge dello Stato. Nonostante – da statuto – le delibere dei probiviri siano immediatamente esecutive, inappellabili e da pubblicare sull’albo del sodalizio, lui le ha ignorate completamente così come continua a rifiutarsi di consegnare ai soci la documentazione sulla gestione del Club. Perché odia così tanto la trasparenza ?

“Il Club ai soci”

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