Il Presidente del Comitato Turistico di Viserba Stefano Benaglia lamenta l’abbandono e la trascuratezza dell’ex palazzina IAT di Viserba. Di seguito la sua dichiarazione:
“Ci vorrebbe striscia la notizia. Questa è la prima considerazione che ti viene in mente quando entri al piano superiore dell’ex palazzina IAT di Viserba. Un locale gigantesco, di proprietà del comune di Rimini, in pieno lungomare di Viserba, con un terrazzo e una vista sul porticciolo di Viserba che toglie il fiato, completamente abbandonato dai primi anni 2000.
“In questa palazzina ha imparato a suonare mezza Rimini Nord” mi dice un amico, con una smorfia di nostalgia sul viso. Si perchè quando era in piena attività ospitava al piano di sopra corsi, mostre e persino una biblioteca, mentre al piano di sotto ci sono ancora i resti della sede di Radio Fono NordOvest. Era il centro culturale di tutto il quartiere 5.
Mi sorge spontanea una riflessione: abbiamo i nostri ragazzi, adolescenti e non solo, che potrebbero avere un punto di aggregazione dove fare musica, teatro, laboratori di arte e fotografia e non riusciamo a sfruttare queste opportunità. E’ dovere della politica gestire il patrimonio pubblico come un buon padre di famiglia, ed è evidente che in questo caso non è stato fatto.
I rappresentanti delle istituzioni si sono fatti forza delle assurde divisioni tra le varie associazioni del territorio, che in maniera disunita si sono presentate a chiederne la gestione nel corso degli anni. Come spesso accade, per non scontentare nessuno, si è preferito lasciare tutto fermo fino al degrado attuale.
E questo è quello che ne rimane. Infissi e mattonelle rotte, degrado e abbandono.
Concludo con pensiero di Salvatore Settis, che rispecchia perfettamente tutto quello che in questa vicenda non è stato fatto.“Bene comune” vuol dire coltivare una visione lungimirante, vuol dire investire sul futuro, vuol dire preoccuparsi della comunità dei cittadini, vuol dire anteporre l’interesse a lungo termine di tutti all’immediato profitto dei pochi, vuol dire prestare prioritaria attenzione ai giovani, alla loro formazione e alle loro necessità. Vuol dire anteporre l’eredità che dobbiamo consegnare alle generazioni future all’istinto primordiale di divorare tutto e subito.”