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Stupri di Miramare, il minore del branco racconta la prima notte da “Arancia meccanica”

Mentre a Rimini si svolgeva il processo a Butungu con polemiche per la concessione del rito abbreviato e conseguente possibile sconto della pena, a Bologna, nel carcere minorile del Pratello, veniva interrogato dal Procuratore della Repubblica dei minori il quindicenne marocchino di Vallefoglia accusato degli stupri di Rimini e difeso dall’avvocato, Marco Defendini.

Il ragazzo racconta in primo luogo dell’episodio avvenuto il 12 agosto a danno di una coppia di turisti lombardi. La partenza è da Pesaro e il branco è composto da Butungu, i due fratelli marocchini ed il nigeriano anch’egli minorenne.

Il racconto del marocchino coincide con quello di suo fratello e del nigeriano. Arrivano in treno a Rimini già carichi di alcool pensando di andare a ballare alla discoteca Altro Mondo. In realtà alla fine decidono di passare una notte a base di rapine e violenza. Modello Arancia Meccanica. E’ il più grande, Butungu, a indicare la coppia da rapinare e violentare. Succede quando i quattro incrociano la coppia lombarda. Butungu a quel punto, spacca una bottiglia per usare come arma per minacciare le vittime. Poi dice agli altri tre: “Voi rapinate il ragazzo, e tenetelo fermo, invece a lei ci penso io”.

I due marocchini e il nigeriano picchiano il ragazzo, lo immobilizzano, gli rubano il telefonino, il portafogli con circa 220 euro in contanti e l’orologio.

Butungu, invece, si apparta dietro una macchina con la ragazza; ma lei riesce a scappare, come racconterà alle forze dell’ordine. Anche i tre minorenni, una volta rapinato il ragazzo fuggono e assieme a Butungu ritornano in stazione. La notte brava da delinquenti finisce all’alba

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