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Economia riminese, bene il primo semestre e Maggioli bacchetta Bologna, Riccione e Cattolica

Università? «Assurdo ritirare partecipazioni peraltro minime per ripicche politiche. Da Riccione e Cattolica pessimi segnali per il territorio con motivazioni inconsistenti, ci ripensino. Perdere l’università è un rischio reale ma che non ci possiamo permettere di correre». Fiere? «La Regione prenda atto che Rimini è la più forte. Inutile avere tre enti fieristici emiliano-romagnoli fra i primi sette in Italia se poi non si fa un’integrazione vera e solida. E per poter competere anche all’estero va fatta subito, non si può attendere che qualcun si rimetta in pari. Abbiamo visto com’è andata con gli aeroporti , aspettare gli eventi non ha portato fortuna».

Paolo Maggioli, presidente di Confindustria Romagna (Rimini e Ravenna) continua a battere sui suoi tasti preferiti. E sull’impegno degli imprenditori sul territorio ripete al sindaco e presidente della Provincia Andrea Gnassi – ma anche al presidente del Rimini FC Giorgio Grassi – quanto già risposto: «Rimaniamo stupiti chiedendoci a che imprenditori si riferisca, perché da quanto ci risulta gli imprenditori di Confindustria Romagna sono sempre stati molto attenti al territorio». Per esempio, un milione sull’aeroporto e 1,3 su Uni.Rimini, solo come Confindustria. «E la società di calcio di Rimini era condotta da un imprenditore di Confindustria nelle passata gestione ed è di Confindustria anche l’attuale presidente». 

Maggioli parla commentando i dati economici del primo semestre 2017 e le previsioni per i sei mesi restanti. Numeri positivi, ma da considerare con cautela: la crescita c’è ma è ancora fragile.

Nella provincia di Rimini il fatturato da gennaio a giugno 2017 è cresciuto dell’1%; bene quello interno (+4,8%), in calo dell’1% quello estero, ma «per motivi tecnici dovuti all’andamento del metalmeccanico».  La produzione è cresciuta dello 0,6%, l’occupazione del 7,1, gli investimenti del 28,1%. Fra i settori, primeggia l’agroalimentare – «sta letteralmente volando soprattutto all’estero» – mentre l’edilizia resta la nota dolente, anche se i valori di mercato di quanto già costruito hanno segnato un live incremento. «Ma è tutto il settore che va ripensato – spiega Maggioli – adeguamenti antisismici ed energetici aprono importanti prospettive, progetto come il Parco del Mare ormai giunto ai livelli esecutivi potrebbero rappresentare una svolta ». 

Per quanto riguarda le previsioni, aumentano gli ottimisti: il 43,3% prevede aumenti di produzione, il 47,2% vede la situazione stabile e solo il 9,5% pensa di che la diminuirà. «Se consideriamo l’intero settore manifatturiero – scrive Confindustria Romagna – la percentuale di imprenditori che prevede di non realizzare investimenti nel 2017 (9,2%) diminuisce sensibilmente rispetto al 2016, fornendo un segnale incoraggiante per lo sviluppo dell’economia locale in linea con l’aumento della percentuale di investimenti e con quanto emerso dai dati di Ravenna e Rimini». 

Fiducia anche sul capitolo credito, anche se gli impieghi complessivi sono ancora diminuiti dell’1,17% (-1,15% gli impieghi alle imprese private). Ma l’acquisizione di Carim e Cassa di Risparmio di Cesena da parte di Credite Agricole «ci porta ad augurarci che la situazione di stallo che abbiamo vissuto sia finalmente superata».

Maggioli avanza poi due richieste forti: fare ancora di più per essere attrattivi – bene Fulgor, teatro Galli e quant’altro, ma non fermarsi qui – e risolvere una volta per tutte la questione delle aree industriali.

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Ecco i documenti diffusi oggi da Confindustria Romagna:

ECONOMIA ROMAGNA – FOCUS RIMINI
SEGNALI POSITIVI CHE DIMOSTRANO DINAMICITÀ. PER CONFERMARE IL TREND OCCORRE MANTENERE LA CONCENTRAZIONE SUGLI OBIETTIVI
PER CRESCERE OCCORRE UN’AZIONE DI SISTEMA E POLITICHE ATTRATTIVE

Diversi segnali di positività che confermano la tendenza di crescita riscontrata anche a livello nazionale, ma che consigliano di non diminuire la concentrazione sugli obiettivi di sviluppo. Infatti la crescita, come dimostrano i dati, risulta essere ancora fragile.
È quello che emerge dall’indagine congiunturale realizzata da Confindustria Romagna e riferita al territorio di Rimini, consuntivi primo semestre 2017 e previsioni secondo semestre 2017.

Nel consuntivo riminese del primo semestre il fatturato totale segna un +1% (+4,8% fatturato interno e
– 1% fatturato estero). La produzione è al +0,6%, l’occupazione al +7,1%. La spesa degli investimenti rispetto al 2016 cresce del 28,1%.
Per le previsioni la produzione è in aumento per il 48,4% del campione e stazionaria per il 45,2%, gli ordini sono stazionari per il 47,7% degli imprenditori, l’occupazione è stazionaria per il 73,1% del campione. La percentuale del campione che non prevede investimenti è del 4,4%, in calo rispetto al dato previsionale 2016.

Un trend che, come evidenzia l’indagine congiunturale riferita all’AREA VASTA e riferita allo stesso periodo, rispecchia la dinamicità del territorio con tutte le sue peculiarità, espressione del campione di imprese associate a Confindustria Romagna.
In area vasta il consuntivo del primo semestre rileva un +6,2% del fatturato totale, un +2,9% della produzione e un +6,1% dell’occupazione. Gli investimenti segnano un +4,3%. Nelle previsioni la produzione viene vista stazionaria dal 47,2% delle imprese e in crescita dal 43,3%, gli ordini stazionari per il 51% degli imprenditori, e in aumento per il 42,1% del campione. Per gli investimenti solo il 9,2% dichiara di non prevederli in netta diminuzione con la percentuale dello scorso anno.
In generale i numeri evidenziano che all’interno dello stesso settore emergono imprese con parametri molto positivi e altre che mostrano situazioni più complicate con un effetto diversificato.

“Sia in area vasta sia provinciale la situazione si sta consolidando con prospettive di un secondo semestre in crescita e investimenti in positivo – spiega il presidente di Confindustria Romagna Paolo Maggioli – Notiamo una svolta, sebbene con una certa cautela, che dimostra che il nostro tessuto imprenditoriale è fatto di aziende attive. Presentiamo questa analisi in concomitanza con il primo anno di Confindustria Romagna festeggiato il primo di ottobre. Un anno in cui abbiamo visto il nostro tessuto imprenditoriale crescere e diventare sempre più rappresentativo ed espressione delle peculiarità della Romagna”.

“Nel primo forum dell’economia della Romagna con il termine FattoreR, Fattore Romagna, il nostro territorio è stato definito fortemente competitivo a livello economico, con tassi di occupazione, redditi e consumi pro capite molto superiori a quelli nazionali – sottolinea Maggioli – Leggendo le dichiarazioni del Presidente della Provincia e Sindaco di Rimini Andrea Gnassi dei giorni scorsi, rimaniamo stupiti chiedendoci a che imprenditori si riferisca, perché da quanto ci risulta gli imprenditori di Confindustria Romagna sono sempre stati molto attenti al territorio. Noi non guardiamo la realtà dal balcone, a noi piace costruire. Partendo dai posti di lavoro creati (fra Rimini e Ravenna contiamo 800 aziende per un totale di 29.376 dipendenti). Mettiamo in campo risorse importanti per la crescita economica e lo sviluppo del territorio, tante iniziative di welfare sia all’interno sia fuori le aziende che vengono fatte spesso senza grandi clamori. Sosteniamo progetti culturali e sociali, abbiamo una partecipazione attiva nelle iniziative scolastiche per la formazione dei giovani e il loro inserimento nel mondo del lavoro, abbiamo supportato e supportiamo ad esempio infrastrutture ed enti come IEG, l’aeroporto, il Palacongressi di Riccione e UniRimini, il Piano Strategico di Rimini, Nuove Idee Nuove Imprese, iniziative come la Sagra Musicale Malatestiana, il Capodanno. Sia come associazione, sia come singole imprese.
Ma per continuare ad essere competitivi occorre che tutti facciano la loro parte con un’azione di sistema indirizzata a potenziare i virtuosismi e a risolvere le criticità”.

I TEMI DELL’ATTUALITÀ
ATTRATTIVITÀ
Purtroppo siamo costretti a lavorare con una burocrazia ancora troppo ingessata e una pressione fiscale soffocante. Le imprese hanno bisogno di semplificazione.
Sul territorio riminese riscontriamo segnali di dinamismo (diversi cantieri all’attivo, il rifacimento del Galli e del Fulgor, l’attenzione a una nuova immagine di turismo culturale). Ma dobbiamo essere ancora più attrattivi: servono politiche che facilitino investimenti sia da parte delle aziende già presenti sia da parte di nuovi gruppi. Il concretizzarsi di vari progetti di insediamento richiesti da alcune aziende e fermi da anni, in particolare nell’area di Rimini Nord, proprio a causa di una burocrazia ingessata, potrebbe essere un’opportunità per la crescita dell’occupazione.

INFRASTRUTTURE
Il nostro territorio conta importanti infrastrutture, come la fiera di Rimini, l’aeroporto Fellini, i palacongressi di Rimini e Riccione, solo per citarne alcune. Per essere più attrattivi occorre impegnarsi per un loro ulteriore potenziamento indirizzato alla crescita del territorio e della sua economia.
IEG continua a essere esempio di fusione vincente e strategica grazie all’accordo con Vicenza. I numeri in crescita, le manifestazioni di alto livello, il piano per una prossima quotazione in borsa, contribuiscono a dimostrarlo. Oggi IEG è al secondo posto tra le fiere italiane per volume di fatturato e al primo posto per manifestazioni organizzate direttamente e redditività del business, grazie ad una gestione lungimirante e di visione mondiale.
In un panorama generale in cui la difficoltà delle compagnie aeree riempie l’attualità, un sentimento di preoccupazione è comprensibile. Ci auguriamo che l’aeroporto Fellini possa continuare e svolgere il ruolo attrattivo di carattere internazionale a cui non possiamo più rinunciare. Vogliamo essere ottimisti confermando un clima di fiducia nei confronti di AiRiminum con l’auspicio che si possa operare in un’ottica di sinergie fra il territorio e lo stesso scalo.

CREDITO
La solidità dell’economia non può esistere senza un sistema credito in buona salute. Ribadiamo che Banca Carim rappresenta l’istituto di riferimento del territorio. La recente conferma ufficiale del passaggio di proprietà a Cariparma – Credit Agricolè, ci porta ad augurarci che la situazione di stallo che abbiamo vissuto sia finalmente superata. Occorre potere ricominciare in tempi rapidi perché le nostre imprese hanno bisogno di riferimenti del credito importanti per competere innovandosi e internazionalizzandosi. Auspichiamo che vengano garantiti i diritti di tutti gli attori coinvolti e che non si perda l’importante valore aggiunto dato in questi anni dalla Fondazione Cassa di Risparmio per la crescita sociale e culturale del territorio.
Da parte nostra diamo a Cariparma – Credit Agricolè la piena disponibilità a un confronto e a una collaborazione che coinvolga le forze del territorio, sia pubbliche che private, affinché si possa ripartire per una nuova stagione di crescita.

UNIVERSITÀ
Le notizie su eventuali riduzioni di quote di partecipazioni o di dismissioni da parte di soci e alcuni enti pubblici di UniRimini non possono lasciare indifferenti. Un territorio che vuole essere competitivo necessita di un sistema universitario efficiente perché per la crescita non può che passare dalla formazione dei giovani che sono il nostro futuro.
Per questo Confindustria Romagna, socio fondatore di UniRimini, continuerà a dare il completo sostegno riconoscendo pienamente il valore del polo universitario riminese e ci auguriamo che al Gruppo Maggioli e al Gruppo Sgr che già hanno dato il loro contributo, si aggiungano altre imprese.

“I segnali positivi sono sicuramente incoraggianti – sottolinea il Direttore di Confindustria Romagna Marco Chimentie rappresentano uno stimolo a continuare nel nostro lavoro che quotidianamente ci vede al fianco delle imprese. È stato un anno di grande impegno e di molte soddisfazioni, caratterizzato dal consolidamento dei nostri servizi e dalla nascita di nuovi, dall’organizzazione di convegni di studio e approfondimento su temi d’attualità, come Industria 4.0, la responsabilità sociale, la sicurezza e la prevenzione sul lavoro solo per citarne alcuni, da seminari di formazione, senza ovviamente dimenticare i grandi eventi che continuano a raccogliere una grande partecipazione, come il Festival dell’Industria e dei Valori d’Impresa, Excelsa, il Guidarello che insieme alle nostre aziende ci permettono di diffondere l’orgoglio, l’importanza e il valore del fare impresa”.

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INDAGINE CONGIUNTURALE CONFINDUSTRIA ROMAGNA – PROVINCIA DI RIMINI
CONSUNTIVO PRIMO SEMESTRE 2017 E PREVISIONI SECONDO SEMESTRE 2017.

L’Indagine Congiunturale sulla situazione economica delle imprese riminesi aderenti a Confindustria Romagna effettuata dal Servizio Economico di Confindustria Romagna relativa ai dati consuntivi del primo semestre 2017 e alle previsioni per il secondo semestre 2017 è riferita ad un campione di aziende del comparto manifatturiero e dei servizi, e non comprende il settore delle costruzioni.
Sempre più frequentemente nelle rilevazioni, all’interno dello stesso settore emergono imprese con parametri molto positivi ed altre che mostrano situazioni più complicate, per cui il risultato medio risente di questo effetto “a macchia di leopardo”.
CONSUNTIVO PRIMO SEMESTRE 2017
Fatturato totale +1% rispetto al primo semestre 2016. Fatturato interno +4,8%, fatturato estero -1%. Le imprese con un numero di dipendenti compreso fra 50 e 249 evidenziano il dato migliore: +2,3% del fatturato totale (+4,2% fatturato interno +1% fatturato estero).
Aziende con meno 50 dipendenti +1,2% del fatturato totale (fatturato interno +6,4% e fatturato estero -3%).
Imprese con numero di dipendenti maggiore o uguale a 250, fatturato totale – 0,3%, (fatturato estero -0,8%, fatturato interno +3,6%).
Il grado di internazionalizzazione delle imprese, inteso come percentuale di fatturato estero sul totale, si attesta in media al 57,4% con una percentuale dell’80,4% nelle grandi aziende, del 45,3% nelle aziende con meno di 50 dipendenti e del 44,5% nelle aziende comprese fra 50 e 249 addetti.
Produzione +0,6%. Medie imprese +6,5, grandi imprese – 2,5%, piccole – 0,8%.
Occupazione +7,1%. Per le piccole +15,6%, per le medie e per le grandi imprese l’aumento si è attestato rispettivamente a +3,7% e +2,8%.
Ordini: per il 57,6% del campione sono in aumento, per il 13,6% sono in diminuzione. Ordini esteri: il 41,4% delle imprese li ha avuti in aumento, mentre il 10,3% li ha visti diminuire.
Giacenze: stazionarietà per il 60,7% del campione, un aumento per il 27,9% e una diminuzione per l’11,4% dei casi.
Costo delle materie prime: stazionario per il 48,2% delle imprese, in aumento per il 46,4% e in diminuzione per il 5,4%. Nessuna grande impresa però ha visto il dato in diminuzione.
Difficoltà nel reperimento del personale: il 9,3% delle aziende la considera molto elevata e il 12,5% elevata, mentre il 31,3% del campione riscontra una difficoltà media e il 17,2% riscontra una difficoltà bassa. Il 29,7% non riscontra alcuna difficoltà.

Analizzando i principali SETTORI MERCEOLOGICI si può vedere che l’alimentare è quello che riporta i dati complessivamente migliori, mentre il metalmeccanico in questo semestre non rappresenta al massimo la sua potenzialità in quanto imprese campione, lavorando su commessa, porteranno segnali di crescita nel prossimo futuro. Il settore che soffre maggiormente è quello del legno e mobile.

CONFRONTO CONSUNTIVO CON SEMESTRI PRECEDENTI
Il consuntivo per il primo semestre 2017 evidenzia un atteggiamento di cautela da parte delle imprese del campione per quanto riguarda produzione, fatturato totale ed il fatturato interno.
Trend confermato anche per quanto riguarda il dato relativo alle giacenze e al costo delle materie prime. Il dato relativo all’occupazione mostra nel complesso un miglioramento.

PREVISIONI SECONDO SEMESTRE 2017
Le previsioni, relative al secondo semestre 2017, sono nel complesso positive nelle indicazioni del campione di imprese che ha risposto all’Indagine.

Produzione: in aumento per il 48,4% delle imprese, stazionaria per il 45,2% e solo per il 6,4% in diminuzione. Nessuna grande impresa prevede un calo della produzione.
Ordini: per il 47,7% stazionari, per il 46,3 aumento e solo per il 6% una diminuzione. Ordini esteri: 54,3% stazionarietà, 39,2% aumento e 6,5% diminuzione. Anche in questo caso nessuna grande impresa prevede una diminuzione degli ordini.
Giacenze: il 71,9% le prevede stazionarie, il 17,2% in aumento e il 10,9% in diminuzione.
Occupazione: sono stazionarie per il 73,1% del campione, in crescita per il 23,9% e in calo per il 3%.

CONFRONTO PREVISIONI CON SEMESTRI PRECEDENTI
Dal confronto dei dati del primo semestre 2017 rispetto ai semestri precedenti, si evidenzia che il 48,4% del campione dichiara una produzione in aumento, dato confermato dalla diminuzione delle imprese che hanno manifestato una diminuzione (+6,4%).
Il 47,7% delle imprese prevede una stazionarietà degli ordini totali, il 46,3% li prevede in aumento mentre soltanto il 6% li prevede in diminuzione.
Lo stesso trend si conferma anche per la previsione sugli ordini esteri.
L’occupazione è prevista stazionaria per il 73,1%, in aumento per il 23,9% e in diminuzione per il 3%.

INVESTIMENTI 2016-2017
Consuntivo anno 2016
L’indagine sugli investimenti effettuati nel 2016 rileva un dato in crescita sul fatturato (+5%) con una variazione di spesa dedicata agli investimenti rispetto all’anno precedente in aumento del 28,1%. Si interrompe così il calo degli anni precedenti (rispettivamente -4,9% nel 2015, – 6,3% nel 2013, -10,3% nel 2012 e -8,4% nel 2009 sempre con riferimento all’anno precedente).
Circa la variazione delle spese per investimenti delle classi dimensionali delle imprese rispetto all’anno precedente è da sottolineare il dato positivo per tutte, nello specifico delle piccole imprese (+55,1%), delle medie (+29,1%) e delle grandi (+23,7%).
Relativamente ai settori, quelli che nel 2016 hanno investito maggiormente in percentuale sul fatturato sono stati la chimica e farmaceutica e i materiali.
Per quel che riguarda la tipologia degli investimenti effettuati nel 2016, gli investimenti più ricorrenti sono quelli in ricerca e sviluppo, formazione, ICT e linee di produzione.
Il 7,4% degli imprenditori coinvolti ha dichiarato di non aver effettuato alcun investimento nel 2016.

Previsioni anno 2017
Se consideriamo l’intero settore manifatturiero, la percentuale di imprenditori che non realizzerà investimenti nel corso del 2017 è pari al 4,4%, dato sensibilmente in diminuzione rispetto al dato del 2016, fornendo un segnale incoraggiante per lo sviluppo dell’economia locale in linea con l’aumento della percentuale di investimenti.
Le aree aziendali maggiormente coinvolte in investimenti nel 2017 saranno: ICT, formazione, ricerca e sviluppo, linee di produzione.
Se aggiungiamo che ben il 32,4% del campione (rispetto al 23,5% nel 2016) prevede di effettuare investimenti commerciali all’estero, emerge che le tipologie di investimento previste per il 2017 si concentrano verso quelle attività che portano più valore aggiunto alle imprese e che costituiscono i driver per la competitività delle stesse.

fattori critici e/o ostacoli alla realizzazione degli investimenti: difficoltà amministrative e burocratiche (25%) e l’insufficiente livello della domanda attesa (19,1%). Rimane rilevante la difficoltà a reperire risorse finanziarie (17,6%), anche se, rispetto alla precedente indagine che la attestava al 26,6%, si è un po’ allentata la tensione.

CREDITO
Per quanto riguarda la Provincia di Rimini, dai dati di Banca d’Italia emergono segnali di stazionarietà degli impieghi: a giugno 2017 gli impieghi complessivi su base annua hanno registrato una lieve diminuzione del 2,11% e per quel che riguarda gli impieghi alle imprese private una diminuzione del 2,29% (rispetto al 6,99% dell’anno precedente).

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INDAGINE CONGIUNTURALE CONFINDUSTRIA ROMAGNA – AREA VASTA
CONSUNTIVO PRIMO SEMESTRE 2017 E PREVISIONI SECONDO SEMESTRE 2017.
l’indagine congiunturale dell’area vasta, espressione del campione di imprese associate a Confindustria Romagna, esprime un segnale complessivamente positivo mettendo in evidenza la dinamicità del territorio con tutte le sue peculiarità.

CONSUNTIVO PRIMO SEMESTRE 2017
Fatturato totale: (+6,2%) rispetto allo stesso periodo del 2016. Fatturato interno +10,5%. Fatturato estero +1,2%. Le mprese con meno di 50 dipendenti evidenzino il dato migliore: il fatturato totale infatti ha registrato un +11,2%, quello interno un +14,2% e quello estero un +1,4%. Le aziende con un numero di dipendenti compreso fra 50 e 249 segnano un aumento del 7,2% del fatturato totale, con una crescita del fatturato estero dell’11,6% e del fatturato interno del 6,8%.
Le imprese con numero di dipendenti maggiore o uguale a 250 denotano un aumento del fatturato totale pari a +1,3%, probabilmente determinato dal calo del fatturato estero (-8,5%), mentre il fatturato interno denota un aumento dell’11,5%.
Il grado di internazionalizzazione delle imprese, inteso come percentuale di fatturato estero sul totale, si attesta in media al 49,1% con una percentuale del 50% nelle grandi aziende, del 48,9% nelle aziende con meno di 50 dipendenti e del 48,2% nelle aziende comprese fra 50 e 249 addetti.
Produzione +2,9%. Medie e piccole hanno registrato rispettivamente un +4,8% e un +3,3%. Grandi imprese -1,1%.
Occupazione: +6,1% ; piccole imprese +11,6, grandi +5,5%, medie +3,3%.
Ordini: per il 51,4% delle imprese sono in aumento, per l’11,6% sono in diminuzione.
Ordini esteri: il 40% delle imprese li ha visti in aumento mentre solo un 12,5% ha notato una diminuzione.
Giacenze: stazionarie per il 69,7% del campione, in aumento per il 19,4% e in diminuzione per il restante 10,9% dei casi.
Costo delle materie prime: stazionario per il 55% delle imprese, per il 40,4% in aumentato, per l’4,6% in diminuzione. Nessuna grande impresa però ha visto il dato in diminuzione.
Difficoltà nel reperimento del personale: il 4,7% delle aziende la considera molto elevata e il 12,2% elevata, mentre il 23,6% del campione non riscontra alcuna difficoltà, il 22,3% una bassa difficoltà e il 37,2% una media difficoltà.

PREVISIONI SECONDO SEMESTRE 2017
Produzione viene prevista stazionaria dal 47,2% delle imprese, in aumento dal 43,3% e solo il 9,5% degli imprenditori prevede una diminuzione.
Ordini: il 51% degli imprenditori prevede una stazionarietà, il 42,1% un aumento e il 6,9% una diminuzione. Ordini esteri: 54,4% stazionarietà, 39,3% aumento, e l’6,5% diminuzione. Nessuna grande impresa prevede una diminuzione degli ordini.
Giacenze: il 77,1% delle imprese le prevede stazionarie, il 13,9% in aumento e il 9% in diminuzione.
Occupazione: stazionaria per il 74,3% del campione, in crescita per il 20,2% e in calo per il 5,4%.
Ricorso alla cassa integrazione: per l’82,2% è da escludersi, il 5,4% lo considera poco probabile. Il 10,3% lo considera probabile ma limitato e il 2,1% probabile e consistente.

INVESTIMENTI 2016-2017
Consuntivo anno 2016
L’indagine sugli investimenti effettuati nel 2016 in Romagna rileva un dato pari al +4,3% in linea con la situazione emersa a Ravenna e a Rimini. Relativamente ai settori, quelli che nel 2016 hanno investito maggiormente in percentuale sul fatturato sono stati il settore dei servizi e dei materiali.
Per quel che riguarda la tipologia degli investimenti effettuati nel corso del 2016, gli investimenti più ricorrenti sono quelli in formazione, linee di produzione, ICT e ricerca e sviluppo. L’11,8% degli imprenditori coinvolti ha dichiarato di non aver effettuato alcun investimento nell’anno 2016.

Previsioni anno 2017
Se consideriamo l’intero settore manifatturiero, la percentuale di imprenditori che prevede di non realizzere investimenti nel 2017 (9,2%) diminuisce sensibilmente rispetto al 2016, fornendo un segnale incoraggiante per lo sviluppo dell’economia locale in linea con l’aumento della percentuale di investimenti e con quanto emerso dai dati di Ravenna e Rimini.
Le aree aziendali maggiormente coinvolte in investimenti nel 2017 saranno: formazione, ICT, linee di produzione, ricerca e sviluppo.
Nel 2017 il 20,6% del campione prevede di effettuare investimenti commerciali all’estero, mentre nel 2016 il dato registrato è pari al 15% del campione. Anche il trend dei fattori critici e/o ostacoli alla realizzazione degli investimenti è in linea con quanto emerso nelle due province campionate, dove si segnalano ancora una volta come cause predominanti le difficoltà amministrative e burocratiche (26,1%), l’insufficiente livello della domanda attesa e la difficoltà nel reperire risorse finanziarie (17%).

CREDITO
Dai dati di Banca d’Italia riferiti all’area vasta (province di Rimini e Ravenna) emergono ancora segnali di riduzione degli impieghi: a giugno 2017 gli impieghi complessivi su base annua sono diminuiti dell’1,17% e dell’1,15% per quel che riguarda gli impieghi alle imprese private.

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