Venerdì 29 settembre sarà firmato l’accordo che dovrebbe portare al salvataggio di Carim, Cassa di Risparmio di Cesena e di San Miniato. Lo scrive Il Messaggero, aggiungendo anche che l’annuncio potrebbe giungere già domani.
L’offerta definitiva di Crédit Agricole Cariparma è pronta, l’accordo quadro con tutte le modalità e i termini dell’operazione è già stato trasmesso agli interessati; dopo la firma (per via telematica) di venerdì 29 settembre, l’atto finale con il passaggio delle azioni sarebbe previsto per il 29 dicembre.
Lo Schema volontario collegato al Fondo interbancario di tutela dei depositi si è impegnato, entro il 30 settembre, a effettuare un conferimento anticipato di capitale irrevocabile e incondizionato nel patrimonio di Carim e Carismi, così da garantirne la continuità aziendale. Si tratta di una cifra di 20-30 milioni di euro su Carismi e altrettanti su Carim, anticipo che andrà a decurtare le due ricapitalizzazioni da completare entro il closing per un totale di 195-205 milioni nel caso di Carim, 200-210 milioni in quello di Carismi. L’anticipo di capitale servirà ad alzare l’indice Cet1 che è ora intorno al 5,5%; da migliorare, secondo Bankitalia. Per la Cassa di Cesena, invece, è previsto un aumento di capitale di circa 50 milioni (finora non era previsto, in quanto era stata già ricapitalizzata) da parte dello Schema volontario.
Crédit Agricole-Cariparma, guidata da Giampiero Maioli, acquisterà le tre banche per circa 130 milioni di euro, a condizione che siano ricapitalizzate in maniera adeguata, così da far salire il Cet1 al 10,7%, e purché vengano eliminate sofferenze e parte degli incagli (non performing exposures) in modo da fissare il livello degli NPE al 9%.
Secondo quanto sarebbe riportato nel contratto, nel caso in cui non si verificassero le condizioni poste da Crédit Agricole Cariparma, facendo quindi saltare l’acquisizione, Carismi e Carim dovrebbero comunque far sì che il versamento di capitale dello Schema volontario sia efficace, trasformando così il braccio del Fondo interbancario nel nuovo azionista di maggioranza.