Con due comunicati congiunti i relatori di maggioranza, Tiziano Arlotti e Sergio Pizzolante hanno reso noto la conclusione dei lavori delle commissioni Finanze ed Attività Produttive della Camera dei Deputati. Riformulata la proposta di legge delega che rimanda al Governo la riorganizzazione di tutta la materia sulle concessioni demaniali con finalità turistiche.
Al di là della possibilità di approvare la legge delega entro la fine della legislatura (gli esperti ritengono che visti i tempi siano piuttosto remote) il testo non affronta se non per principi i punti di questo delicato ed importante aspetto dell’economia turistica del nostro Paese, sui quali il confronto si è spesso trasformato in scontro.
Nella legge delega si affermano alcuni principi;
– Periodo transitorio prima delle gare (evidenze pubbliche). Ma per quanto tempo? 5 anni? 30? 99 come chiedeva qualcuno? Al momento non si sa.
– Viene riconosciuto il principio di legittimo affidamento. Ma l’applicazione non è semplice. Infatti il legittimo affidamento non può di certo riconoscersi indifferentemente a tutti i concessionari. Spetta al giudice valutare caso per caso se realmente vi siano stati investimenti, frutto del legittimo affidamento che si è riposto nel regime della proroga della concessione fino al 2020. In caso contrario, la concessione decade.
– Viene riconosciuto il valore commerciale dell’impresa. Come viene calcolata e chi la perizia? Non viene specificato.
A queste domande dovrà rispondere il Governo con la delega che riceverà dal Parlamento.
L’assessore regionale al turismo dell’Emilia Romagna Andrea Corsini commenta: “Sono molto soddisfatto per l’approvazione degli emendamenti alla legge delega di riforma del demanio. È un ottimo lavoro e voglio ringraziare personalmente i relatori, Sergio Pizzolante (Ap) e Tiziano Arlotti (Pd), per il risultato ottenuto. Ora l’auspicio è che l’approvazione definitiva di questa legge fondamentale per gli operatori e le imprese turistiche dell’Emilia-Romagna, arrivi al più presto e comunque entro la fine della legislatura”.
In questa fase che ormai conduce alla fine della legislatura, ciascuna forza politica cerca sta cercando di massimizzare il conto elettorale.
Sulla legge delega sono intervenuti anche gli onorevoli Deborah Bergamini e Maurizio Gasparri, entrambi di Forza Italia, in risposta a Pizzolante e Arlotti:
“Oggi la commissione finanze della Camera ha approvato il disegno di legge delega di riordino delle concessioni demaniali marittime. Un disegno di legge che delegittima il lavoro, i sacrifici e gli investimenti di migliaia di aziende e famiglie italiane mettendo all’asta le concessioni e aprendo il mercato ai grossi operatori internazionali. Forza Italia si è sempre opposta a questo assurdo provvedimento che danneggia le imprese italiane, l’interesse nazionale, e un comparto che è una eccellenza della nostra economia. Continueremo la nostra battaglia contro questo provvedimento in aula, nelle piazze, e in tutte le sedi opportune sempre al fianco dei balneari per ribadire la necessità di prorogare le concessioni in essere ed escludere poi definitivamente questo settore dall’assurda direttiva Bolkestein, così come hanno fatto Spagna e Portogallo, che non tiene minimamente conto della specificità delle nostre coste rispetto a quelle del resto di gran parte dell’Europa”.
E il MoVimento 5 Stelle? In passato Alberto Papperini nella sua corsa a sindaco di Cesenatico (è stato poi consigliere comunale fino all’anno scorso) scriveva: “La Direttiva europea Bolkestein impone la svendita delle nostre spiagge, del nostro turismo, del nostro futuro. Siamo contro la direttiva Bolkestein. Noi non ci stiamo”.
Poi però i giudizi sulla normativa europea e le sue applicazioni si sono fatti più articolati. Lo scorso anno Gabriele Bianchi, consigliere regionale pentastellato delle Toscana, aveva dichiarato: “Noi siamo favorevoli a un’asta. Col tempo che c’era potevamo lavorare con un doppio binario della serie, per i balneari che hanno investito e ancora devono ammortizzare l’investimento è bene che si vada in deroga e si prolunghi la concessione, per chi ha già ammortizzato l’investimento è bene che si vada a gara perché si possono incrementare i servizi e la possibilità di uso del territorio, perché oggi vediamo che le spiagge possono essere utilizzate tutto l’anno coi cambiamenti climatici e, quindi, potenziare un settore turistico che da solo dà il 6% del Pil potrebbe dare tantissimo lavoro”, definendo senza esitazioni una “lobby” le associazioni de balneari e chiarendo: “Noi siamo contro tante cose in Europa, ma non contro questa regola che dal 2006 ci dicono di seguire e di regolamentare”.
In commissione, sono stati approvati due emendamenti dei 5 Stelle: premiati gli stabilimenti accessibili e obbligo per i concessionari di trasmettere per via telematica “al Sistema informativo del demanio marittimo di ogni informazione utile sul numero delle concessioni e la loro consistenza“.
Anche alcune delle sigle sindacali dei balneari sono in fermento. Sono già annunciate manifestazioni contro la legge delega, durante la fiera del Sun (Salone internazionale dell’esterno) che si svolgerà a Rimini dal 12 al 14 ottobre.
Continua dunque una sorta di “guerra di posizione”, tra soluzioni improponibili (Forza Italia) e posizioni del “dico e non dico”.
Al di là degli auspici, il risultato più probabile è che prima dello scioglimento delle Camere non sarà approvata alcuna legge delega, mentre le imprese del turismo balneare, gli operatori di spiaggia, non investono da 10 anni in attesa che il loro futuro sia certo.