Trasformare la realtà. Creare qualcosa di artificiale, inserirla in un paesaggio naturale senza deturparlo, anzi migliorandolo. Lavorare i materiali più duri e particolari per dar vita a qualcosa di unico e inimitabile. Come la roccia artificiale di materiale cementizio fibrorinforzato. Sì, avete capito bene. Se pensate che lavorare la roccia naturale (come il marmo per capirci), sia un lavoro non da poco, pensate quanto sia complicato creare da zero una roccia e lavorala fino a farla diventare qualcos’altro. In Italia sono veramente pochi questi alchimisti dallo scalpello facile, ma a Rimini, e più precisamente sulle colline di Covignano, esiste una famiglia che, da diversi anni ormai, realizza delle vere e proprie opere d’arte con questo materiale, conosciute ed esportate in tutto il mondo. Si tratta dei fratelli Lega, gli architetti Fabrizio (49 anni) e Francesco (43 anni), coordinati dal padre Giancarlo (classe 1936), architetto e figura carismatica dell’azienda riminese chiamata, non a caso, RiminiRock.
Fabrizio Lega ci racconta come da una fredda roccia può nascere un paesaggio mozzafiato e, soprattutto, adatto per tutte le stagioni.
Voi Lega da quando fate gli scalpellini?
«Nel 1969, la nostra famiglia ha iniziato a costruire piscine in cemento armato a forma libera; nel 1993 abbiamo pensato di impreziosire le nostre opere con rocce artificiali, in modo da creare autentiche ‘oasi naturali’ da ammirare anche durante l’inverno, quando le piscine sono inutilizzate e notoriamente non belle».
Come si crea una roccia artificiale?
«Per costruire rocce artificiali servono nozioni tecniche ed artistiche, e per questo motivo abbiamo fatto svariati viaggi negli Stati Uniti, per acquisire le tecniche più innovative. Ma come in tutti i lavori l’esperienza è la componente più rilevante».
Che tipo di lavori realizzate?
«Oggi RiminiRock è specializzata in ambientazioni di centri benessere, ma le nostre realizzazioni spaziano dall’ingresso di Gardaland, alle suite degli alberghi tematici più famosi, dalle residenze private, alle sale da cerimonia».
Quanti costruttori di roccia artificiale esistono?
«I costruttori di rocce artificiali, in Italia, si contano sulle dita di una mano, poi ci sono tante persone che si improvvisano».
Perché, secondo lei, questi mestieri legati all’artigianato. stanno quasi del tutto scomparendo?
«Il costo del lavoro, in Italia, è troppo elevato per eseguire opere di ‘cesellatura’; con tante prove e tanti investimenti siamo riusciti ad industrializzare la nostra produzione, mantenendo l’artigianalità nell’esecuzione».
Ci vuol svelare qual è il segreto del vostro successo internazionale?
«I segreti del nostro successo sono la fantasia, l’esperienza e la passione per questo lavoro.
Le nostre opere sono eseguite in prima persona e quando facciamo un lavoro ci dedichiamo come se lo facessimo a casa nostra. Questo ha dato lustro alla nostra azienda che, con orgoglio, ha fatto conoscere l’eccellenza del made in Italy anche in Thailandia, Brasile, Croazia, Russia, Grecia, Svizzera, Francia e Germania. In Italia abbiamo lavorato un po’ dappertutto, basti pensare che solo in Trentino ci sono una settantina di alberghi che vantano una nostra opera».
Nicola Luccarelli