Credit Agricole-Cariparma fa passi in avanti sulla strada del salvataggio delle Casse di Risparmio di Rimini, Cesena e San Miniato. Lo scrive Il Messaggero, annunciando la proroga dal 10 al 15 settembre del termine per gli impegni sulla cartolarizzazione da 3,152 mld lordi (1,263 netti). Cariparma vuole chiudere la partita entro il 30 settembre; poi toccherà alla Bce, entro il 31 dicembre, dare il via libero definitivo.
Il quotidiano romano, sempre ben informato sugli ambienti bancari, parla anche di una nuova riunione tecnica che si sarebbe svolta ieri al Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef); presenti anche esperti di Bankitalia, “che avrebbe preso atto delle manovre in corso da parte di Atlante 2″. Resta da riaprire la raccolta (l’assemblea sarebbe già stata convocata dal comitato investitori e dal cda): si cercano ancora circa 150 milioni, che potrebbero arrivare dalla Sga (Società per la Gestione di Attività, che appartiene al Mef), Cassa Depositi e Prestiti e forse dal Credito Fondiario S.p.A.
La “tranche senior” di crediti deteriorati da mettere sul mercato è di 416 milioni: si pensa di coinvolgere Banca Imi, Deutsche, Hsbc e doBank. Inoltre, sui 284 milioni in più rispetto alla due diligence di Cariparma, sarebbe arrivata “una dozzina di manifestazioni di interesse, tra le quali Fonspa, Algebris, doBank, Blackstone, Oaktree” sulla base di un prezzo fra il 38-42%.
Domani la dotazione del Fondo volontario sarà aumentata di 95 milioni, rispetto ai 420 già disponibili ma impegnati su vari fronti. Sono esattamente i soldi che servono per ricapitalizzare la Cassa di Risparmio di Rimini e quella di San Miniato “e per sottoscrivere la tranche junior della cartolarizzazione”. Ma la situazione delle due banche, che a fine mese rischiano di veder scendere i propri indici Cet 1 al 5,5%, potrebbe rendere necessaria un’inizione di liquidi anticipata.
Infine venerdì, fa sapere sempre Il Messaggero, Atlante 2 vuole definire esattamente i prezzi da cui dipendono le cifre definitive anche delle ricapitalizzazioni. Ma l’atmosfera che si respira è quella di un cauto ottimismo; tanto che il prossimo vertice al Mef, previsto per metà della prossima settimana, potrebbe essere l’ultimo della complicata partita.