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Confcommercio, Indino: dopo le violenze Rimini massacrata dai media

Confcommercio Rimini interviene dopo i gravi fatti di Miramare  e il presidente Gianni Indino punta l’indice contro i media:

“I gravissimi episodi di violenza avvenuti qualche notte fa – scrive l’associazione – , ci inducono ad una riflessione su ciò che sta accadendo da quel momento attorno alla città di Rimini. Vogliamo innanzitutto partire dal dichiarare pubblicamente la nostra piena solidarietà e vicinanza alle tre vittime della folle aggressione, ma inevitabilmente dobbiamo passare ad analizzare tutta la situazione che si è venuta a creare, dal piano della sicurezza a quello mediatico”.

“Come Confcommercio della Provincia di Rimini – spiega il presidente Gianni Indinoda tempo ci sediamo al tavolo insieme ad amministrazione, prefettura e forze dell’ordine per affrontare il tema della sicurezza, che da sempre ci sta a cuore . Dunque con cognizione di causa possiamo dire che Prefettura, Questura, forze dell’ordine, amministrazione e imprenditori stanno compiendo grandi sforzi per garantire la sicurezza sul nostro territorio e una tranquilla vacanza ai milioni di turisti che hanno scelto la nostra località per il loro relax e divertimento. Assistiamo invece ad una copertura e ad un’aggressione mediatica al nostro territorio che ritengo ingiusta. Imbarazzanti anche le dichiarazioni che lo mettono in correlazione con gli eventi: è forse proprio durante gli eventi che la spiaggia diventa più sicura con l’afflusso di persone e grazie a controlli e sforzi aggiuntivi”.

“Questo vile atto – conclude Indino – sarebbe potuto avvenire in qualsiasi altro luogo e non può essere un caso, seppur gravissimo, a mettere in discussione l’enorme e meritevole sforzo che tutte le componenti stanno portando avanti, con uomini e risorse limitatissimi. Io non ci sto, Confcommercio non ci sta. E ci auguriamo che tutti, istituzioni, mondo imprenditoriale e società civile siano insieme a noi a denunciare questa vera e propria aggressione mediatica che sta subendo un’intera città. Questa è la terra dell’accoglienza, non della violenza e un fatto gravissimo non può inficiare quanto di buono viene fatto durante tutto l’anno”.

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