Sulla mia pagina Facebook ho condiviso un articolo di Chiamami città sullo stato della spiaggia libera, commentandolo con le seguenti parole: Non si può tenere sveglia una città intera per far divertire a colpi di decibel e di birra una masnada poco abituata al rispetto delle regole e delle altre persone. Nessuno il giorno dopo si è sentito in dovere di chiedere scusa.
Sul mio post si è sviluppato un ampio e interessante dibattito. Grazie a tutti coloro che hanno espresso in modo civile la loro opinione. La discussione ha messo in evidenza la necessità di gestire una civile e serena convivenza dando il giusto peso ad alcune parole/concetti chiave: valori-regole-rispetto-libertà.
Provo a ragionarci un po’ cercando di non scadere nel moralismo.
Prima di tutto non va bene appropriarsi degli spazi pubblici per eventi il cui fine principale è portar soldi nelle tasche di qualcuno. Quest’anno abbiamo esagerato. La spiaggia libera è una spiaggia e tale dovrebbe rimanere. Poter godere del sole e del mare senza avvalersi dei servizi a pagamento è un valore aggiunto all’offerta turistica o no? E credo che sia compito degli utilizzatori e delle aziende di servizio pubblico fare in modo che la spiaggia libera sia pulita, sicura e agibile in qualsiasi momento.
Stesso ragionamento per il lungomare. E’ lecito chiuderlo per le feste dei vari locali e gli innumerevoli e, a volte inutili, street show ? E’ questa la prospettiva sottesa all’idea di eliminarlo?
E veniamo alle regole. Un principio fondamentale insegna che la libertà individuale finisce quando interferisce con quella di altri. Il contrario si chiama sopraffazione che facilmente si trasforma in violenza nelle innumerevoli declinazioni che purtroppo oggi ben conosciamo. Nella ormai famosa notte di Ferragosto, quella che ha tenuto sveglia la città per intenderci, gli organizzatori avevano ottenuto una deroga straordinaria fino alle due di notte. ( non certo sparando quei decibel). Hanno abusato di una concessione straordinaria tirando fin oltre alle tre a ritmi forsennati. 500 € di multa!. Una comunità seriamente impegnata nel rispetto delle regole farebbe pagare caro la trasgressione (magari utilizzando la fideiussione che si dovrebbe sottoscrivere al momento della concessione!) e impedirebbe a quei signori che hanno organizzato l’evento di organizzarne altri in città per i prossimi tre anni.
E infine il rispetto. (gentilezza, buona educazione, buon senso sono sinonimi) Si tratta di una merce sempre più rara nei tempi barbari che stiamo vivendo. Eppure bisogna insistere nel volerlo affermare, insistere perché è in gioco la convivenza e la qualità delle relazioni interpersonali. Se tu fai casino e impedisci ad un’altra persona di dormire devi smettere. Se non ti alzi sull’autobus quando incroci una donna incinta o una persona anziana che fa fatica a stare in piedi, qualcuno ti deve tirare le orecchie senza timore di beccarsi un vaffa o qualcosa di peggio; se nei parchi pubblici dormi in macchina e defechi tra gli alberi, no, non è libertà è violenza. Se pieno di alcool come un otre insulti le persone che incontri è violenza… per non dir altro.
Non ci sono alternative. Le autorità locali devono essere chiare e intransigenti su questo punto.
Benvenuti a Rimini, terrà di libertà. Cari cittadini temporanei ecco, queste sono le regole e i valori in cui si identificano le nostre comunità, condividetele per una civile e serena convivenza e state pur certi che le faremo rispettare in modo rigoroso e imparziale.
Rimini è terra libera e di libertà, il turismo stesso ricava energia vitale dalla libertà. Proprio perché deve rimanere una terra ove ciascuno possa sentirsi libero occorre impedire qualsiasi tipo di sopraffazione e violenza.