Agosto. Mese di ferie e di spensieratezza per i comuni mortali, mese di lavoro e di preparazione per i calciatori.
Sul calcio di agosto si è letto e detto tanto, si discute da anni in merito alle indicazioni che le gare estive sono in grado di dare. Io sono sempre stato convinto che in agosto non si hanno mai certezze, in positivo o in negativo che sia.
Agosto è il mese in cui, giustamente,gli staff tecnici e tattici tracciano un solco e contemporaneamente si fanno un’idea dell’ organico che hanno a disposizione.
Se aggiungiamo la variante della diversa risposta a livello atletico dei singoli, otteniamo il risultato.
Il calcio d’ agosto può offrire spunti, ma non è in grado di esprimere vere e proprie sentenze.
Ciò premesso, ed era comunque d’obbligo, provo ad estrapolare gli elementi e le indicazioni che mi sono rimaste in mente dalla gara del Rimini di ieri sera per poi trarre qualche piccola considerazione.
Parto da una semplice premessa: gli allenatori sono tutti diversi.
Cercare di operare un lavoro di elementare insiemistica riducendo tutto a “quello è un difensivista” oppure “questo è per l’attacco a tutti i costi”, porta poco lontano.
Men che meno paga, sempre a mio parere, sbizzarrirsi in quelli che io chiamo i prefissi telefonici.
Parlo degli schemi banalizzati a serie di numeretti, “433”, “352”. “442” ecc ecc.
Due categorie di allenatori però, a ben pensare, credo anche io che si possano individuare a grandi linee. Nel calcio, oltre alla parte atletica, contano il talento e il saper stare alla disciplina che l’impostazione tattica impone.
Ci sono allenatori che sono disposti a sacrificare, panchinandoli spesso, i giocatori estrosi e dotati di un particolare talento perché il genio, l’estro e il talento mal si combinano con l’abnegazione che la tattica richiedono agli 11 interpreti del gioco che amiamo.
Un dribbling che porta la squadra ad agire in superiorità numerica esalta il pubblico e spesso risolve le partite. Ma lo stesso si può dire di una giocata corale eseguita alla perfezione da una compagine che giocando di prima, o al massimo con due tocchi, arriva nell’area avversaria concretizzando in rete l’azione.
Sono due aspetti del calcio offensivo entrambi efficaci, ma che si concretizzano meglio con interpreti diversi per caratteristiche.
Tutto questo per dire che, al netto delle inevitabili approssimazioni che il mese di agosto si porta appresso, la squadra che ha stentato nel primo tempo tentava di mettere in atto una tattica, ma difettava in fantasia ed estro, non avendo in campo Cicarevic e Guiebre, presentando un Buonaventura insolitamente statico nel ruolo di punta centrale che, purtroppo, ha pure sciupato un paio di buone occasioni per cambiare il corso della gara.
L’ingresso di Cicarevic ha cambiato volto alla gara. Un Rimini più efficace e volitivo, anche se meno ordinato e diligente, ha guadagnato campo pervenendo al pareggio e meritando probabilmente la vittoria arrivata comunque ai calci di rigore.
Ieri sera mancava il convalescente Ambrosini; il suo rientro porterà probabilmente Buonaventura in una posizione più consona alle sue caratteristiche e a quel punto toccherà a mister Muccioli fare le scelte pesanti.
Riuscirà il mister a coniugare tattica e talento?
Non mi nascondo, Cicarevic secondo me deve giocare.
La rosa è comunque ampia, non mancano le alternative e anche ieri sera bastava guardare in tribuna i giocatori non convocati per farsene un’ idea precisa.
Cola, Righini e Gabrielli guardavano la gara dalla tribuna.
Giocatori importanti che ,contando anche Ambrosini, rappresentano un capitale importante a disposizione del mister in vista di una stagione che sara’ lunga e,sono convinto, vedrà il Rimini tra le protagoniste.
Forza Rimini, appuntamento a domenica prossima (27 agosto) per il turno di coppa con la Sammaurese.
Emanuele Pironi