Cerca
Home > Cultura e Spettacoli > Rimini: intervista a Antonio Scarpato, l’uomo che dipinge il cielo

Rimini: intervista a Antonio Scarpato, l’uomo che dipinge il cielo

L’estate, Ferragosto, il caldo e le passeggiata al mare, la sera, e la voglia di far festa… E quando si parla di festa il pensiero corre subito “mi bòt”, i fuochi d’artificio. E noi, a Rimini, degli “artifizi” abbiamo un maestro, Antonio Scarpato, 65 anni, nato per caso a Castignano in provincia di Ascoli, ma di famiglia napoletana d’origine, attuale interprete di una tradizione famigliare che dura ormai da oltre un paio di secoli.

Lo incontriamo nel suo laboratorio, alle prese con una telefonata che inizia in inglese e poi vira in tedesco.

Ogni corte reale del ’700 aveva gli artigiani dei fuochi e degli spettacoli pirotecnici. Nel gruppo di quegli artigiani del fuoco, che oggi la modernità definisce “pirotecnici”, un antenato della famiglia aveva iniziato quell’arte magica, l’arte dei fuochi d’artificio. La corte reale del tempo faceva allestire, per gli ospiti e in occasione delle feste più importanti, meravigliosi ed elaborati spettacoli composti da “ruote di fuoco scintillante”, “vulcani luminosi”, “getti di stelle d’oro”, inizia a raccontare con una luce negli occhi che trasmette sia orgoglio che conoscenza.

Comunque sia la famiglia Scarpato si trasferisce a Napoli dove si tramanda l’arte dell’utilizzo della polvere pirica e delle sostanze utilizzate per la colorazione dei fuochi. E d’altra parte la città partenopea è sempre stata all’avanguardia in questo tipo di arte. Chi non lo sa!

La svolta avvenne con mio nonno che, negli anni ’20 si trasferisce in Germania, vicino a Berlino, per collaborare con aziende del luogo.

I nazisti in quel periodo – prosegue Antonio – non badavano a spese per magnificare i successi del loro regime. Le cose non andarono come loro si aspettavano, ma l’amicizia con le persone con cui lavorava mio nonno è rimasta e si è tramandata a mio padre. Così, negli anni ’60 vengo spedito in Germania a studiare. Mi sono diplomato in chimica e ho anche avuto il privilegio di essere uno studente in una scuola dove si studiavano i propellenti e le polveri da sparo per uso militare. Una rarità se si considera che non ero cittadino tedesco. Ho imparato molto e ho anche frequentato diversi corsi di aggiornamento”.

In quel periodo mio padre andava di parrocchia in parrocchia, nelle campagne riminesi, con una bicicletta, a proporre a proporre i botti, gli spari che ogni festa patronale doveva avere. A quel tempo erano soprattutto girandole e non fuochi sparati in aria. Così iniziò la storia dei raggi (forse dalla somiglianza del ventaglio colorato in che facevano in cielo, con i raggi delle ruote della bicicletta), i fuochi d’artificio sparati in cielo, anche se ancora – continua Antonio – “rudimentali”. E poi si sa come vanno le cose, ha iniziato credo con Coriano e le altre parrocchie non volevano essere da meno, fino ad arrivare ad essere presenti in ogni festa…”.

E l’evoluzione attuale, chiediamo?

Nel frattempo sono tornato dalla Germania carico di conoscenze e, soprattutto, di rapporti con aziende pirotecniche di quella nazione.

Facevamo festa quando venivano a caricare il “camion”, in effetti un Volkswagen Transpoter (quello dei figli dei fiori) a Rimini. Insomma esportavamo (io e mio padre) e le cose – dice Antonio – cominciavano a cambiare in meglio”.

Con le conoscenze di chimica e dei materiali da utilizzare per fare i fuochi, ho cominciato a modificare le formule applicate da mio padre, coinvolgendolo. Anche perché mi rendevo conto che venivano usati materiali instabili. E così ho inventato colori nuovi e anche nuove tecniche come il multiflash, particelle che una volta sparate in aria, emettevano luce a intermittenza. Una volta c’erano pochi colori: bianco, giallo, blu, rosso, verde. Oggi utilizzando varie combinazioni di particelle di metallo (che sono quelle che fanno i “bagliori”, i colori sono praticamente infiniti”, racconta ancora con orgoglio Antonio.

E adesso?

Adesso riesco a comandare tutto da una centralina elettronica, fino a sincronizzare i fuochi con la musica, un bel passo avanti e certamente oggi si può parlare di veri e propri spettacoli”.

Ma tu sei molto conosciuto anche all’estero…

“Partecipiamo agli spettacoli più importanti al mondo – conclude Antonio – portando sempre qualcosa di nuovo e vincendo diversi concorsi. Montecarlo, Hannover, Berlino, Alpi francesi, in Belgio…”.

Novità?

Sto perfezionando una tecnica che permette di scrivere, con i fuochi d’artificio, parole in cielo…”.

Antonio Scarpato Senior, Berlino 1925_1 ideazione-spettacoli-pirotecnici scarpato-1 scarpato-2 scarpato-pirotecnica-fuochi

Ultimi Articoli

Scroll Up