Fortunato Stramandinoli, coordinatore provinciale Sinistra Italiana, ha emesso una nota in replica alle dichiarazioni del PD riminese sulla vicenda del Ponte di Tiberio,
“E’ evidente che il PD non sia più abituato ad ascoltare e confrontarsi con le persone reali; è evidente che non siano più abituati a farlo senza porsi davanti a loro con sufficienza e arroganza per non mettere mai nulla, nemmeno per un secondo, in discussione. Per questo, sinceramente, purtroppo ci aspettavamo una risposta così debole, retorica e pretestuosa dopo la conferenza stampa di qualche giorno fa, indetta dagli abitanti del borgo, alla quale anche noi abbiamo partecipato. Una reazione, quella del PD riminese, che secondo noi testimonia la scarsa capacità e volontà di confrontarsi e affrontare le critiche, gettando la palla in tribuna provando a spostare la discussione nell’odioso marasma qualunquistico del “tutti contro Gnassi”, facendo così finta di non cogliere il dato politico e mettendo insieme cose che non c’entrano nulla (Summer Pride? Festival dei teatri??).
Per quanto ci riguarda è evidente lo scollamento tra “palazzo” e problemi reali, ed è evidente che la “tattica” adottata dal PD sia quella di alimentare il fumo negli occhi dell’appariscenza per non affrontare sul serio i problemi delle persone; come diciamo da tempo qui ci sono problemi che incidono gravemente sulla vita reale che non vengono affrontati e ai quali non si ha la volontà di porre soluzioni strutturali. Per noi i problemi di Rimini non sono i venditori ambulanti bensì la crisi abitativa che tiene al cappio più di mille nuclei familiari in attesa di una soluzione abitativa degna e sostenibile; per noi l’urgenza non è “guardare il ponte da una prospettiva visuale diversa” ma avere un’altra idea di città da sviluppare, che fermi il continuo sfruttamento del territorio e delle persone, perché pensiamo che lo sfruttamento sia degradante e non le persone in difficoltà che le istituzioni invece vogliono sempre più allontanare e confinare ai margini della società.
Abbiamo un’idea di città diversa da quella che si sta portando avanti e la veicoleremo ovunque, perché continuando a costruire “vetrine” e “bomboniere” i problemi non si risolvono, semplicemente si accantonano e si nascondono per non affrontarli”.