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Zanzini, Federmoda: “Bene misure di decoro sul lungomare”

Dopo quanto affermato qualche settimana fa sulle condizioni di abbandono del lungomare di Rimini,  che hanno puntato i riflettori sulla situazione dei negozianti sul nostro litorale, Gianmaria Zanzini, presidente di Federmoda provincia Rimini e membro direttivo di Confcommercio Rimini, ritorna sull’argomento, soddisfatto dalle recenti misure prese dal Comune di Rimini:

Chi passeggia sul lungomare di Rimini, da un po’ di giorni trova un panorama diverso dal recente passato. Marciapiedi sgombri da bancarelle e paccottiglie, minimarket e attività commerciali che rispettano gli spazi consentiti per l’esposizione delle merci. Banale dirlo ma è tutto più gradevole e a misura di cittadino e turista. E pure i “pallinari” hanno vita meno facile grazie a vigili e forze dell’ordine. L’impegno dell’amministrazione comunale e la nostra fattiva collaborazione, hanno prodotto buoni risultati. È la dimostrazione che norme e regolamenti sono utili e si possono fare rispettare. Rendono la nostra città più bella e favoriscono le attività di ospitalità, ristorazione e commerciali. Si va in una buona direzione ma abbiamo, però, ancora parecchia strada da fare. In particolare riguardo agli esercizio del settore moda e abbigliamento. Su questo settore pesa il macigno di 7 miliardi di euro di merce contraffatta venduta nel nostro Paese. In termini di entrate fiscali qualcosa come 1 miliardo e mezzo di euro in meno di gettito e, soprattutto, l’equivalente di centomila posti di lavoro in meno nell’intero comparto. Un fenomeno di dimensioni macroscopiche da aggredire. Per Federmoda un buon modo di farlo è partire dal basso. Dai comportamenti dei consumatori, dalla correttezza dei commercianti: da un buon impianto normativo a livello locale. Bazar e bancarelle infrangono le norme, non solo perché invadono il suolo pubblico e danneggiano il contesto urbano, lo sono perché commerciano prodotti spesso fuori norma, non pagano IVA, falsificano griffe italiane e internazionali, sfruttando manodopera con paghe ridicole (un operaio cinese lavora 100 ore settimanali per 88 euro). Buona cosa sarebbe, quindi, muoversi verso misure di prevenzione condivise con Comune, Prefettura e associazioni di categoria: sanzionare con cifre simboliche chi compra merci abusive; chiudere per un periodo le attività che fanno da magazzino per merce contraffatta consegnata ai venditori abusivi; coinvolgere i commercianti nel monitoraggio delle zone dove avvengono queste attività. Inoltre, sgombrare gli appartamenti dormitorio, dove sono costretti a vivere i “vu cumpra” (confiscando l’appartamento dopo la terza recidiva al proprietario). Sono l’ultimo, debolissimo e sfruttato anello di una catena di illegalità, ciascuno di loro guadagna dal suo lavoro di abusivo dai 6/7 mila euro l’anno.

Anche queste sono misure che possono essere decise e applicate e che sarebbero certamente utili per la vita economica e sociale di Rimini e del suo territorio”.

 Giammaria Zanzini

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