Il 30 giugno sono scaduti i termini per la presentazione degli emendamenti al disegno di legge delega al Governo per il riordino delle concessioni demaniali turistiche: le spiagge.
Sono tanti gli emendamenti presentati. Da maggioranza e minoranza. Un numero importante, oltre duecento.
Si tratta del disegno di legge, licenziato in consiglio dei ministri lo scorso 27 gennaio su iniziativa del ministro agli affari regionali Enrico Costa, che intende istituire le evidenze pubbliche delle concessioni balneari dopo un periodo transitorio (la cui entità sarà definita in fase di decreti attuativi) e riconoscendo la professionalità e il valore commerciale ai precedenti titolari, nel tentativo di applicare la direttiva europea Bolkestein sulla liberalizzazione dei servizi.
Difficile che con un numero così alto di emendamenti il disegno di legge possa essere approvato entro la fine della legislatura. Il Governo dovrebbe mettere la fiducia. Alla stato attuale non è prevista e neanche pensabile.
Interessanti gli emendamenti della maggioranza.
L’on Raffaello Vignali, del gruppo AP-NCD, ha presentato un emendamento che sicuramente farà discutere: equiparare il gestore (chi ha in affitto una concessione demaniale) al concessionario. Con questo emendamento, di fatto chi ha in affitto una concessione, acquisisce i diritti del concessionario.
Anche il Pd ha presentato emendamento analogo con l’ On, Gianluca Beneamati, di Bologna. Evidente che su questo punto c’è un accordo di maggioranza.
Il Pd, con altri deputati, ha presentato ulteriori emendamenti. In particolare l’eliminazione del concetto di “facile e difficile rimozione”, il riconoscimento di un indennizzo al termine del periodo transitorio in favore del concessionario uscente, l’istituzione di tre fasce per il calcolo dei canoni demaniali con il superamento dei valori Omi.
Gli emendamenti delle forze di opposizione in Parlamento mirano a scardinare il disegno di legge del Governo. Forza Italia chiede la proroga sia esteso sino al 2080. Prevedono anche un minimo; sino al 2030.
In subordine, gli emendamenti del centro destra mirano a cancellare del tutto la proposta del Governo.