Continua il dibattito nel Pd riminese. Dopo gli interventi di Juri Magrini, Tiziano Arlotti, Andrea Gnassi ed un botta e risposta tra l’On Pizzolante e lo stesso segretario del provinciale del Pd, oggi il confronto continua sui quotidiani e sui social.
La discussione sostanzialmente si divide tra chi pensa che il voto amministrativo non abbia una valenza politica nazionale (o molto limitata) e tra chi ritiene che il dato delle amministrative (deludente su tutto il territorio nazionale) ponga un problema politico al Pd nazionale e non può essere collocata solo dentro a logiche e dibattiti locali.
Pare, tuttavia, che a Rimini la discussione sia molto più interna al Pd locale che centrata su di un dibattito di carattere nazionale.
L’ex onorevole Sergio Gambini analizza il voto dando la responsabilità della sconfitta nei tre comuni ai vertici provinciali e comunali del Pd. Dice Gambini: «Si poteva vincere in tutti i tre comuni. Si poteva sostenere la Spinelli a Coriano, Ciotti a Morciano e fare l’accordo con la lista di Conti a Riccione. Il Pd continua a presentarsi come il partito della continuità quando servirebbe invece il cambiamento. Non sappiamo dialogare con il ceto medio e con le forze civiche che sono state fondamentali per la vittoria di Gnassi».
A Gambini risponde Alessandro Belluzzi, esponente di primo piano del Pd di Cattolica e membro della segreteria regionale. Renziano della “prima ora” al pari di Sergio Gambini, ma:
«….non mi sembra però il caso che Gambini possa dare istruzioni su come si costruiscono le alleanze o evidenziare le debolezze dei vertici provinciali del partito.
Se Cattolica oggi è in mano ai 5 stelle eè anche perché lui, in veste di candidato sindaco del CentroSinistra, ruppe prima praticamente tutti i ponti con coloro che avevano sostenuto il candidato sconfitto alle primarie pronti a sostenerlo, poi alle elezioni amministrative non pensò minimamente di fare un’alleanza al ballottaggio con le liste dell’ex Assessore Giovanni Ubalducci che avevano preso più del 10% al primo turno e un pezzo importante del mondo cattolico che al primo turno aveva sostenuto il candidato del CentroDestra ma che non condivideva la sua indicazione di voto al ballottaggio nei confronti del candidato pentastellato».
Insomma, due idee diverse di società civile, di ceti medi e di alleanze.critica al Pd provinciale e locale. Ma anche idee diverse su come stare nel partito.
Scrive ancora Belluzzi: «Chi vince (riferito a Gambini che ha vinto le primarie per la candidatura a sindaco a Cattolica) ha il compito di rappresentare tutti, è assolutamente sbagliato il concetto “chi vince prende tutto” e gli altri si devono adeguare… Essere democratici significa sapere prendere atto del risultato ma anche cercare di portare a sintesi con fatica le istanze/sensibilità degli altri». Ed è po’ la critica che viene fatta a livello nazionale dai vari esponenti della minoranza del Pd e non solo (Prodi o Veltroni).
Interviene anche l’ex presidente della provincia Stefano Vitali: «Renzi ha tante responsabilità, ma sui livelli locali lasciamolo in pace. A livello locale la responsabilità è solo ed esclusivamente la nostra».
Tra i dirigenti del Pd vi è chi ironizza su cosa significhi “piano locale” quando si perde in tutta Italia.
Poi alla fine arriva l’intervento dei sindaci della Romagna (Gnassi di Rimini, Drei di Forlì e Lucchi di Cesena). «Si è rotto qualcosa di più profondo del legame tra qualche partito e parte del proprio elettorato.
Chi ha su di sé la responsabilità di governo di una città, sa bene che quello odierno sia il tempo di un radicale cambio d’epoca, non certo e solo di una crisi economica. E sa bene come senza interpretare il cambiamento con profondità e visione strategica – al contrario pensando di sostenerlo con prassi e logiche culturalmente e politicamente semplicemente derivanti da decenni passati – il risultato, per una città, sia l’arenarsi nelle secche dell’immobilismo e della mediazione, virata alla pura conservazione di molteplici status quo».
In molti si sono fatte due domande: a chi è rivolta l’analisi? Perché non c’è la firma del sindaco di Ravenna De Pascale?
Insomma, un dibattito che è appena iniziato. Proseguirà nei prossimi giorni sia a livello locale che nazionale e regionale.