Con il sistema maggioritario in vigore per l’elezione diretta del sindaco, è facile dire chi ha vinto e chi ha perso. Ma come sempre vi sono aspetti che vanno approfonditi per evitare letture corrette, ma superficiali.
Andiamo con ordine.
Il vincitore anzi la vincitrice, numericamente e politicamente parlando, è Renata Tosi. La vittoria di domenica è soprattutto la sua e del suo staff. Quando è stata dimissionata da un pezzo della sua maggioranza, molti osservatori politici, pensavano che l’esperienza di Renata Sindaco fosse definitivamente finita. D’altra parte, una sfiducia politica certificata da un notaio in modo così eclatante lasciava intendere che quell’esperienza di centro destra era conclusa. Non è stato così.
Renata Tosi ha preso atto della sfiducia e assunto un impegno con i suoi sostenitori e con la città di Riccione: “Prometto alla mia città di non lasciare che questa esperienza resti solo un piccolo frammento della sua storia e dico a tutti che sono pronta a rimettermi in gioco con la stessa determinazione, lo stesso impegno, la stessa volontà, la stessa trasparenza e lo stesso amore.” Così è stato. Dopo pochi giorni ha ricomposto la coalizione di centro destra (tutta) ed è stata ricandidata con grande convinzione. Con il senno di poi, ci viene da pensare che Renata Tosi ed il suo/suoi consiglieri fossero perfettamente a conoscenza di ciò che stava succedendo nella sua maggioranza. Dell’intenzione di provocare elezioni anticipate. Renata Tosi non ha fermato l’operazione in modo consapevole. Voleva essere la vittima di un complotto, di un “golpe” in salsa balneare. Alla fine è andata così: da una parte lei (la passionaria tradita), dall’altra parte i “traditori” del mandato elettorale.
Complimenti. Ora Renata Tosi non ha più alibi. Deve governare la città ed attuare il suo programma.
Ha vinto Nanà Arcuri. Non ha sbagliato nulla. Ha lasciato la segreteria di Noi Riccionesi. Aveva capito di essere troppo ingombrante, di rischiare di essere il bersaglio degli oppositori che aveva in casa. Si è defilato. Formalmente. Poi ha fatto fare una nuova lista civica a Renata Tosi per sancire anche visivamente, sulla scheda elettorale, che il civismo non era solo Noi Riccionesi ma era soprattutto legato a Renata Tosi. Poi ha “imbarcato” anche il Popolo della famiglia per rassicurare una parte del mondo cattolico più conservatore. Insomma studiate tante cose a tavolino.
Ha perso Sabrina Vescovi. Ovvio, talmente ovvio che appare banale. Ma dal nostro punto di vista i perdenti, quelli veri, sono altri.
Ha perso chi ha ideato, organizzato e realizzato lo scioglimento del consiglio comunale e le elezioni anticipate. Non servono i nomi, tutti li conoscono. E’ stata un’operazione politica incredibile per il livello di masochismo politico, per la superficialità di analisi della situazione riccionese e per come è stata sottovalutata la forza di Renata Tosi.
Ha perso il Pd. Non tanto o non solo quello di Riccione, ma il Pd tutto. Persi tutti i ballottaggi in Emilia Romagna, perse roccaforti storiche della sinistra come Genova o Sesto San Giovanni. L’elettorato di centro sinistra, di sinistra, quello che una volta veniva definito lo zoccolo duro, non c’è più. Ha disertato le urne. Non è un problema di alleanze, ma di identità del Partito Democratico. Purtroppo non vi sarà nessuna discussione seria ed immaginiamo che il tutto verrà archiviato rapidamente.
Ha perso chi pensava di fare come Macron in Francia. In Italia il confronto è stato tra centro destra e centro sinistra. Non vi è all’orizzonte il ritorno del trasformismo (speriamo) tipico della prima repubblica o peggio ancora la politica dei due forni e/o l’ago della bilancia.
Per queste ragioni riteniamo che Sabrina Vescovi non sia responsabile della sconfitta. Anzi la sua candidatura ha attenuato nei numeri la sconfitta ed ha perfino sfiorato la vittoria. E’ riuscita ad unire il Pd di Riccione, ha ricomposto il centro sinistra. Purtroppo era poco il tempo a disposizione per recuperare anni di divisioni nel Pd di Riccione e soprattutto era dentro una tendenza nazionale negativa per lo schieramento di centro sinistra.
Sabrina Vescovi può rappresentare la prospettiva dl centro sinistra fra 5 anni.
L’Arciunès