Quella foto ha qualcosa di familiare. È vero, da noi manca (per ora) la copia della torre Eiffel, ma per il resto sembra in tutto e per tutto la riviera romagnola. E invece, quel mare è il Mar Nero e l’immagine è stata scatta in Bulgaria. Cioè sulla nuova frontiera del turismo low cost, con località che stanno rapidamente entrando nei cataloghi delle agenzie turistiche di mezza Europa. Grazie a prezzi imbattibili, ma anche a strutture e patrimoni artistici che hanno ben poco da invidiare alla concorrenza. Compresa la nostra. La testata on line Lettera 43 è andata a indagare e l’inviata Barbara Ciolli ha trovato una realtà sorprendente. E per noi preoccupante, in termini di competizione turistica.
Si inizia dal viaggio. Intanto, essendo la Bulgaria nella Ue, i problemi burocratici sono azzerati (e da ora anche il roaming). È vero, c’è il lev invece dell’euro, ma la valuta bulgara era già ancorata al marco tedesco fin dagli anni ’90 e ora lo è alla moneta unica europea, quindi i cambi sono stabili e non riservano sorprese. La Bulgaria è lontana? Nessun problema: un volo low cost andata e ritorno da qualsiasi nazione europea per Sofia costa dai 30 ai 60 euro (tasse incluse); approfittando delle offerte a lunga scadenza, si può scendere anche a meno di 20 euro.
E poi c’è da pernottare. Nella capitale e nelle altre città maggiori, in un hotel a tre stelle una persona spende in media 15 euro a notte, ma non è difficile trovare offerte perfino a 10 euro.
Ma avevamo detto che volevamo andare al mare. Ebbene, un resort a quattro o cinque stelle sul Mar Nero, davanti alla spiaggia e con piscina e palestra comprese, costa meno di 30 euro a notte a testa. Il “problema” è che si tratta di stelle vere: gli standard sono quelli internazionali e il lusso è del tutto autentico. Solo che viene venduto a prezzi più bassi di quelli praticati perfino in Albania o Montenegro. E siccome pranzare costa di solito meno di 10 euro, una settimana per due persone, tutto compreso e anche largheggiando, arriva al massimo a 500 euro. Se invece si vuole proprio scialare e provare un trattamento da nababbi, con mille euro ci si può permette lo sfarzo autentico, in resort nuovissimi ed esclusivi.
Ma cosa c’è in Bulgaria? Il paese non naviga nell’oro e le situazioni di vera misera abbondano. Poi però si arriva sul Mar Nero e tutto cambia. Un mare che magari non offre scorci spettacolari, ma è pulito e trasparente. E poi le spiagge sono attrezzate a livelli “romagnoli”, con filari di ombrelloni, acquascivoli, parchi giochi e quant’altro. È la riviera che va da Varna,il maggior porto bulgaro (quello da cui Dracula parte per l’Inghilterra, per intenderci) a Burgas,“la città dei ricchi”, perché divenuta rifugio di pensionati di ogni provenienza.
La destinazione per le famiglie, ben nota fin dall’epoca sovietica (per un certo periodo si chiamò “Stalin”) e anche prima, è Varna, detta “la perla del Mar Nero”. Fondata dai Greci nel V secolo a.C, nelle sue necropoli gli archeologi hanno scoperto il più antico tesoro in oro del mondo, “l’Oro di Varna“. Della città romana sono ben conservate le terme (II secolo d.C.), che rappresentano il maggior sito archeologico romano della Bulgaria. Circa 300 mila abitanti, la città oggi si presenta con un parco fiorito al suo centro, stabilimenti balneari atttrezzati di tutto punto, il parco divertimenti “Golden Sands”, sistemazioni alberghiere di ogni tipo. Mentre a poca distanza, sulle alture, ci sono le foreste del parco nazionale.
Volendo qualcosa di meno tranquillo, c’è Sunny Beach, detta con qualche esagerazione «l’Ibiza dell’Est» per via di una movida particolarmente effervescente; anche troppo. In realtà di tratta di una gigantesca speculazione edilizia – della mafia russa, dicono – che ha cementificato una baia stipandovi in vent’anni un migliaio fra mega-hotel e resort, oltre a fast food, discoteche, night più o meno equivoci e naturalmente tanti casinò. Peccato che l’ordine pubblico non sia proprio impeccabile e di tanto in tanto ci scappi qualche sparatoria fra clan, ma tutto questo non ferma certo le orde di stranieri, teen-ager in testa, che arrivano qui da mezzo mondo.
Già, perché la vacanza in Bulgaria non è affatto prerogativa solo dei Russi, dei Polacchi, dei Cechi, degli Ungheresi e degli altri abitanti dell’Est europeo che godono di un relativo benessere. Qui arrivano a frotte anche gli Inglesi, gli Scandinavi e perfino gli Israeliani (nonostante un attentato a un loro pullman, a Burgas nel 2012) i Turchi e i Libanesi.
Potevano dunque mancare gli Italiani? Infatti non mancano. Sia come turisti, sia come residenti e investitori. Chi costruisce hotel e chi si fa la seconda (o terza) casa. Preferiscono soprattutto Burgas e i suoi grattacieli, i suoi ottimi ristoranti e le sue case da gioco. E sono entusiasti di una tassazione che arriva al massimo al 10% e di una manodopera pagata con cifre da negrieri.
Mare e sole non bastano? Cerchiamo un po’ di arte, storia, cultura? L’antica terra dei Traci non ne è certo avara. Il gioiello è Plovdiv, non a caso capitale europea della cultura 2019 insieme a Matera. Si tratta infatti dell’antica Filippopoli, che deve il nome al padre di Alessandro Magno e che in 2500 anni di storia ha accumulato un autentico tesoro, comprendente una città rinascimentale ancora integra (il “rinascimento bulgaro” è avvenuto nell’Ottocento; ora i cantieri di restauro sorgono ovunque), un teatro romano pressoché intatto e usato per gli eventi e la grande moschea. Ma lavorando alla metropolitana, sono riemersi anche i fori, strade lastricate e uno stadio, sempre di epoca romana. Poi ci sono i negozi chic come i mercatini, divenuti la mecca degli hippy dell’Est, fra casette di artigiani e birrerie tipiche.