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Dovi, Pasini, Migno: Romagna regina al Mugello

Al Mugello i motori rombano in romagnolo. Il triplete italiano che oggi ha fatto risuonare l’Inno di Mameli in tutte e tre le classi – MotoGp, Moto 2  e Moto 3 – si deve infatti ad altrettanti piloti di casa nostra: Andrea Dovizioso da Forlì, Mattia Pasini da Riccione, Andrea Migno da Cattolica.

Ha aperto le danze proprio il 21enne pupillo di Valentino Rossi, per la prima volta sul gradino più alto del podio in Moto3 in sella alla KTM della R46 Academy. Gara tiratissima anche più del solito in questa categoria sempre molto equilibrata: ma questa volta si è giunti all’ultimo giro con addirittura 10 piloti che potevano ancora giocarsela. Però alla fine l’ha spuntata Migno, prendendosi i complimenti di The Doctor;  al secondo posto Fabio Di Giannantonio, mentre sono andati a punti anche Bulega (10°), Bastianini (11°), Fenati (13°).

Se può emozionare una prima vittoria, non da meno è ritrovare l’alloro dopo moltissimo tempo in cui sembrava diventato un miraggio. Ed è quanto accaduto a Mattia Pasini, 31 anni, abbracciato da un commosso papà Luca, che è stato anche lui pilota professionista. Vittoria dedicata al Sic, che nel 2009 arrivò secondo e sempre al Mugello proprio dietro Mattia. Da allora, però, la vittoria era sempre sfuggita al riccionese; otto lunghi anni di digiuno spezzato oggi nel nome di Marco Simoncelli e di Nicky Hayden, cui pure è stato rivolto il pensiero. Gara emozionante anche questa di Moto 2, con Pasini che ha atteso l’ultimo giro per infilare, con la sua Kalex del team Italtrans Racing, sia Luthi che Marquez in sella a moto nettamente superiori.

Protagonista del gran finale di MotoGP è stato poi un incredibile Andrea Dovizioso. Tutti aspettavano Valentino Rossi, che nonostante il recentissimo infortunio, curato all’ospedale Infermi di Rimini, aveva conquistato il secondo posto in griglia dietro il compagno di squadra in Yamaha Maverick Vignales. Invece, nonostante la partenza a razzo di Vale, a emergere prepotentemente è stata la Ducati di Andrea Dovizioso. Mentre The Doctor, come poi rivelerà a fine gara, dava segni di non riuscire a tenere il ritmo di testa proprio per i postumi dell’infortunio, il vessillo tricolore è stato raccolto e portato fino al trionfo da un Dovi assolutamente perfetto.

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