Per il riminese Romano Garofalo, fumettista, scrittore e giornalista satirico di grande fama, la satira è sempre stata qualcosa di naturale, un bisogno primario e irrinunciabile. Conosciuto, tra le altre cose, per essere padre del fortunatissimo Jonny Logan, ma anche di Alfonso, è stato uno degli autori di fumetti più prolifici tra gli anni ’70 e ’80. Attraverso questo e a tanti altri personaggi sui generis, ha raccontato in maniera pungente, ma anche molto precisa, tutto quello che molta gente pensava e non riusciva a dire su questo o quel personaggio di spicco. Oggi, invece, Garofalo continua a far sentire la sua voce, principalmente sul web, attraverso il quotidiano multimediale interattivo di satira, critica e costume: italiancomics.it.
Quando è nato il Romano Garofalo fumettista e giornalista satirico?
«Certamente è nato con Jonny Logan che, per un decennio, lungo tutti gli anni 70, ha commentato, in chiave satirica, gli avvenimenti politici e di costume di quel periodo storico.
Per chiarire: è in corso di pubblicazione ‘Jonny Logan Story’, un libro-studio su Jonny Logan, scritto da Maria della Miranda e pubblicato da Aiep editore di San Marino, che riprende e riassume cosa sia stato Jonny Logan nel panorama fumettistico nazionale.
Il libro inizia con un estratto da un articolo di Amedeo Montemaggi, a suo tempo direttore del Resto del Carlino di Rimini che, con rara preveggenza, già nel lontano 1975, scriveva:
‘Fra dieci, venti o trenta anni rileggere questo fumetto significherà ripiombare in pieno nell’atmosfera degli anni settanta’.
«Comunque, da Jonny Logan e dai lontani anni ’70 poi si arriva al quotidiano satirico Italian Comics che, idealmente, si riallaccia a quella storia e che costituisce la chiave di lettura e la cifra di tutta la mia produzione come fumettista ed autore satirico».
Jonny Logan può essere considerato suo figlio?
«Direi di sì. Relativamente al mensile Jonny Logan, a suo tempo ho, infatti, curato tutto: dalla creazione dei personaggi, ambienti, soggetti e sceneggiature, scelta del formato e copertina.
L’ho poi seguito, nel corso degli anni in totale autonomia, rispetto all’editore: basti pensare che poteva leggere le sceneggiature solo dopo che il mensile era in edicola, e quindi pubblicato.
Non senza qualche ‘patema d’animo’, da parte sua, perché non sapeva mai con quale ‘potente di turno’ della politica italiana, me la ‘sarei presa’».
Da quali maestri del fumetto e della vigna ha imparato di più?
«Da nessuno. Questa categorica affermazione richiede una precisazione che riguarda il mio percorso di lavoro, quando dalla natia Viserba mi sono avventurato nell’ambiente milanese.
Dopo la laurea in Lettere e Filosofia a Bologna, avevo ottenuto una cattedra al Liceo Classico di Rimini ma, con rara incoscienza, ho rinunciato per recarmi a Milano al fine di specializzami in Psicologia all’Università statale. Successivamente, sempre con rara incoscienza, ho abbandonato la specializzazione per proporre alla Casa Editrice Dardo, un mensile a fumetti: Jonny Logan.
Io non leggevo un fumetto da più di vent’anni e quindi non li conoscevo, come non li conosco a tutt’oggi. Il fatto che non conoscessi il fumetto, era il mio ‘grande pregio’, secondo il mio amico Ferruccio Alessandri, il ‘tuttologo’ milanese. Gli addetti ai lavori, spesso si ‘autocensurano’ e non si lanciano verso le novità, conseguentemente non ho mai avuto riferimenti di alcun genere o autori a cui ispirami».
La satira di oggi è abbastanza pungente? Serve a far riflettere come un tempo oppure no?
«Serve a far riflettere, ma non incide mai sulla realtà e sul corso degli eventi politici e di costume: allora come ora».
Agli italiani piace il suo modo di fare satira?
«Chi ama e segue la satira dovrebbe apprezzare Jonny Logan ed Italian Comics. Qualche anno fa, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Rimini ha organizzato una Mostra della mia attività al Museo Comunale: mi sembra abbia incontrato un buon interesse. Questa affermazione mi fornisce l’assist per sottolineare un mio progetto relativo alle Mostre. Io ho replicato questa ‘Mostra itinerante’ a Forlimpopoli ed a Roma ed ho richieste da diverse amministrazione comunali per realizzarla nel rispettivo comune. Accanto alla Mostra itinerante, ho realizzato un progetto di ‘Mostra permanente’ che vorrei preporre ad uno dei comuni del Riminese e comuni vicini.
La Mostra permanente ha una caratteristica che, a mio avviso, la rende unica in Italia: prevede che ogni giorno si cambino le immagini satiriche, in modo che assomigli ad una specie di Quotidiano murale che permette di leggere e visionare, in chiave satirica, i principali avvenimenti politici e di costume. Il progetto ha riscosso un grande interesse anche a livello internazionale, con molti autori pronti a partecipare a questa iniziativa, oltre ai vignettisti italiani che già collaborano numerosi.
Manca solo, l’intervento di una Amministrazione comunale della zona che sia interessata al progetto; per cui se c’è, ‘batta un colpo’».
Qual è l’obiettivo di Italiancomics.it?
«E’ scontato se dico che l’ho creato per ‘divertirmi; ma deve avere anche un risvolto commerciale per produrre utile a tutti i vignettisti giornalisti, autori di testi che collaborano ad Italian Comics.
A questo riguardo Italian Comics prevede uno sviluppo in termini commerciali, con l’apertura di un un ‘negozio on line’, che intende vendere diverse tipologie di prodotti. Semplificando possiamo dire che il Quotidiano satirico Italian comics ha il compito di coinvolgere un numero sempre maggiore di lettori che poi si abituino ad apprezzare le nostre proposte editoriali e commerciali».
È soddisfatto di come stanno andando le cose con i suoi progetti?
«Direi di sì, anche se i miei progetti richiedono ingenti investimenti, come i progetti cinematografici, e quindi l’intervento di produttori che siano interessati a realizzare le mie Serie in animazione, i Telefilm, le Sit Com, i Film live-action. In ogni caso, proprio in questo periodo, sto avviando i contatti con i produttori cinematografici, nazionali ed internazionali, per cui ci sono prospettive di accordi».
Mancherà mai, secondo lei, il materiale da cui prendere spunto per fare della satira?
«Non credo mancherà mai, anche se ci sono periodo storici più favorevoli. Quando, come attualmente, si vive in situazioni di sofferenza diffusa, per cui l’indignazione, da cui si alimenta sempre la satira, ‘scatta’ più facilmente».
Nicola Luccarelli